un amore in inverno
(Lidia Ravera Piangi pure)

26 aprile 2013

Lidia Ravera Piangi pure (Bompiani, 2013, € 18,00, pp. 366). Non conoscevo la prosa di Lidia Ravera, i tempi di Porci con le ali sono lontani e di recente avevo solo letto i suoi articoli per il giornale in cui lavoro (sempre arguti e piacevoli, in verità). Ora questo romanzo mi avvolge come una sorpresa gradita, raccontando una storia che mi tocca dentro, benché sia anagraficamente lontana dalla mia.

Forse Iris De Santis, 79enne che ha venduto la nuda proprietà del suo attico ai Parioli e conduce una dignitosa esistenza da anziana  con qualche velleità letteraria, mi emoziona perché è già al di là della collina di mezza vita (sulla china alla quale con i miei primi anta mi affaccio) e, con tutto il fardello di consapevolezze e scorie che questo comporta, riesce ancora a viversi nuova.

Carlo, il signor C., che beve con lei un caffè o un pernod al bar sotto casa e che le presta la sagacia di anni da psicanalista, le regala, pur malato terminale, una storia d’amore vera. Fra due vecchi. Ed ecco perché si sorride e si piange. «È per il sollievo che siamo ancora vivi», dice alla fine Iris a Carlo. «Allora piangi pure». Finché c’è, la vita è. E l’inverno non è altro che una delle stagioni.

Poi c’è la prosa, dicevo. Leggo con la matita in mano, ogni dieci pagine un orecchio a segnalare un pensiero.

Sulla quotidianità («…quella sintesi suprema del disagio umano che è un viaggio in ascensori fra estranei»); sulla vecchiaia («Se stai male, l’idea della contiguità con la morte non ti mette più troppa paura. A questo servono la vecchiaia e le malattie. Apprendistato al distacco finale»);

gli incontri («Ero quasi eccitata, scoprire gusti affini stabilisce parentele interiori che possono degnamente sostituire i rapporti sessuali»);

il matrimonio («Non mi piacciono i matrimoni d’amore. Sono quelli più infelici. Neanch’io ero innamorata di mio amrito. Lui era innamorato di me e tanto bastava. Il matrimonio ideale è quello in cui uno dei due ama e l’altro si lascia amare. Il matrimonio asimmetrico. È più solido. Sul serio. Può non finire mai»).

Mi piace questa scrittura che fa guizzare sensi, come piccoli pesci, attraverso parole ben scelte.

Scritto da: Francesca Magni

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