Emidio Clementi L’ultimo Dio

16 novembre 2012
Scritto da: Mary Jo

Emidio Clementi, L’ultimo Dio (Fazi, 2004, € 14,50, pp. 188). È una vita attraversata da episodi sfortunati e misteriosi quella che ci racconta Emidio Clementi nel suo ultimo lavoro ispirato da Emanuel Carnevali, sin dal titolo. Il primo mistero che incontriamo è nella prima pagina del libro: perché zia Nina non accende la luce?

Il secondo mistero è: perché il papà di Emidio, un giorno, viene licenziato dalla banca in cui lavora e perché perde un lavoro dietro l’altro, lasciando alla sua morte la famiglia sul lastrico?
Sono interrogativi a cui l’autore non dà risposta, perché è impossibile per Emidio ricostruire i fatti che lo hanno portato al punto in cui si trova: “La verità è stata fatta a brandelli e ogni brandello ha raccolto da terra fango e invidia, cattiveria, falsità e qualche buona manciata di follia”.
È una vita girovaga quella che Clementi racconta, vagando senza un soldo tra la Svezia, Londra, ed infine Bologna: una fuga dalla sua città, ma prima di tutto, una fuga da se stesso, fino a quel giorno di novembre in cui resta folgorato dal libro donatogli da un cliente abituale del ristorante in cui lavora: è “Il Primo Dio” di Emanuel Carnevali, l’illuminate fatica letteraria di un diseredato – come lui – che si spinse fino in America alla ricerca disperata del successo. Un successo inseguito e mai trovato, che troverà, invece, anni e anni più tardi Emidio Clementi, nel panorama musicale indipendente, con i Massimo Volume, prima e come scrittore, poi.
Sarà proprio grazie a quel libro, Clementi (il cui nome e cognome, stranamente, porta le stesse iniziali di Emanuel Carnevali), riuscirà a trovare una sua strada da percorrere, il suo cammino verso la musica e la Letteratura.
E c’è forza nelle tue parole, recita Carnevali/Clementi: la stessa forza che hanno le parole del romanzo, una storia alla ricerca di sé stessi, dopo la fuga, dopo gli abbandoni, lontano dagli affetti familiari, perché dirà: “solo allontanandomi ero riuscito a sciogliere quell’affetto che i nostri giorni tutti uguali avevano indurito”.
Una storia di sconfitte, di ostinazioni e infine di vittorie; una storia a tratti triste, ma pregna di quell’umanità che solo pochi sanno raccontare. Emauel Carnevali voleva incendiare il mondo, senza rendersi conto, invece, che lo stavano illuminando le sue lucide visioni.

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