Sándor Márai Divorzio a Buda

26 luglio 2012
Scritto da: Susy

Sándor Márai, Divorzio a Buda (Adelphi, 2002, traduzione di Laura Sgarioto, € 14,00, pp. 200). Ogni volta che leggo un libro di Sándor Márai resto incantata dall’abilità di questo scrittore nel sondare l’animo umano. Resto rapita dalle atmosfere che riesce a creare, dalle parole che sceglie ad arte per raccontare i suoi personaggi, dalla semplicità della trama e tuttavia dalla complessità delle personalità che descrive.
Mi piace moltissimo la sua scrittura.
Divorzio a Buda è stato scritto prima de Le Braci e, in un certo senso, contiene già tutti gli elementi che caratterizzano e si riscontrano leggendo Le braci.
E’ la storia, come dice il titolo stesso, di un divorzio. E allo stesso tempo è la storia di un rapporto a tre. Lei, lui, l’altro? No, questa volta l’intreccio è molto più semplice ed innocente ma allo stesso tempo complesso per via delle emozioni che suscita e soprattutto per via dell’epilogo drammatico della storia.
Il personaggio attorno al quale ruota la vicenda è Kristof Komives, un giudice, un censore, un uomo retto, irreprensibile, vincolato all’ambiente a cui appartiene ed al quale si sente intimamente legato. Considera la sua professione come una missione, un’ eredità trasmessa di generazione in generazione, nei geni della sua famiglia e in seno alla comunità della quale lui fa parte per diritto. La sua è una famiglia di giudici: il padre, il nonno, una tradizione di vita spesa nel rispetto delle regole, nel decoro e nella rettitudine.
Kristof è sposato con Hertha, hanno due figli e conducono una vita “normale” secondo i canoni della borghesia ungherese alla quale loro appartengono.
Frequentano i loro amici dello stesso ambiente e di pari classe sociale, hanno le loro collaudate abitudini: il teatro, i ricevimenti.
Un tranquillo, pacato, tiepido tran tran che viene improvvisamente stravolto allorquando, rientrando da un ricevimento, il signor e la signora Komives si trovano di fronte un ospite inatteso.
Si tratta del dottor Imre Greiner, ex compagno di scuola di Kristof, del quale aveva perso le tracce, al quale non aveva mai più pensato fino al giorno in cui, sopra alla sua scrivania, trova la pratica di divorzio con i nomi di Imre Greiner e Anna Fazekas.
Quale strana combinazione porta il dottor Greiner in casa del giudice che dovrebbere presiedere alla sua causa di divorzio?
Questo interrogativo troverà risposta  nel lunghissimo monologo che occupa quasi la metà del libro nel quale il dottor Greiner racconta il suo matrimonio con Anna e le ragioni che hanno portato al loro divorzio.
Un lungo, lunghissimo monologo appunto, che l’autore conduce abilmente tanto da non risultare  pesante, mai noioso, mai ridondante.
Un’altra abilità di Sandor Márai nel raccontare storie attraverso lunghi monologhi. I suoi personaggi si raccontano e svelano i segreti delle loro vite e mettono a nudo la loro anima.
Divorzio a Buda è uno dei romanzi più belli che ho letto nell’ultimo anno. L’ho apprezzato moltissimo, spero lo apprezzerete anche voi!

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