condominio leggermente giallo
(Francesco Recami Gli scheletri nell’armadio)
Francesco Recami Gli scheletri nell’armadio (Sellerio € 13,00, pp. 219). Ho scoperto Recami l’anno scorso con La casa di ringhiera, (ve lo consiglio, da leggere primoa di questo), e non volevo perdermi Gli scheletri nell’armadio, che è il seguito. Stesso palazzo vecchia Milano, zona Casoretto, stessi personaggi che si muovono coralmente. Figura centrale è il pensionato Amedeo Consonni, che da anni raccoglie ritagli di giornale sui casi di cronaca nera. La storia è orchestrata come un balletto: nessuno sa cosa stia per accadere e tutti involontariamente cooperano, con il lroo agire casuale, allo svolgersi di un piccolo giallo senza morti. Ci sono, però, tre scheletri misteriosi. Sì, in un armadio. Si legge con piacere senza mai annoiarsi. E alla fine il mistero è un non-mistero o un mistero che resta tale, perché anche se a volte ci sentiamo sfiorati da grandi eventi, è difficile che tocchi proprio a noi scioglielrli. Il romanzo di Recami, prima che un giallo, è un’acuta indagine dell’umano e del quotidiano che si intrecciano in un condominio di ringhiera.
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Scritto da: Francesca Magni
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Tags: Amedeo Consonni, Francesco Recami, giallo, Gli scheletri nell'armadio, La casa di ringhiera, Sellerio
Ispiroso….
A me piace l’ambientazione nel condominio (ancor più bello il fatto che si trovi in un quartiere di Milano che conosco), che è un luogo simbolo dell’intrecciarsi dei rapporti umani e dello scatenarsi delle peggiori follie, piccole e grandi. L’espediente della casa di ringhiera rende tutto più visibile, all’aperto sui ballatoi e nel cortile comune. I personaggi sono ben carattterizzati, tipici ma non stereotipici. La scrittura è gradevole, la trama è congegnata secondo sequenze giuste per l'”orecchio” del lettore, un po’ come una sonatina di Clementi, che non è Mozart, ma si fa ascoltare, ne conosci i moduli, l’accompagnamento, le pause: non stupefacente ma gradevole. Un intrattenimento intelligente.
Te lo passo
Aggiudicato…
Mi sta piacendo un sacco. E poi l’impicciona del condominio è una figura immancabile e irrinunciabile. Nel nostro, grazie agli uffici, non c’è. Ma in quello di mio marito in centro Italia indovina chi è? ;)))
Ho letto tempo fa questi due bei libri di Francesco Recami. Non ricordo però un particolare che probabilmente mi è sfuggito: in “Gli scheletri nell’armadio” come fa Antonio (l’uomo che durante una furibonda lite cerca di uccidere la moglie Erika) ad uscire dalla cella frigorifero in cui rimane rinchiuso?