piccoli esercizi di immedesimazione
In questo periodo la lettura della sera con i miei figli è Zanna Bianca. Il romanzo inizia con due uomini che attraversano il selvaggio nord in slitta per portare un morto in città, al funerale. Il viaggio è nei ghiacci perenni, con i lupi affamati in agguato. Ogni sera, complice una lupa astuta, il branco selvatico riesce a portare via uno dei cani della slitta. I due uomini vedono la loro fine vicina, uno muore sbranato, l’altro sopravvive in una lotta estrema a colpi di tizzoni ardenti che ci ha fatto trattenere il fiato. Nella seconda parte il racconto cambia registro. C’è una lupa, quella astuta, e ha un cucciolo che soffre la fame come tutti gli animali del gelido nord, finché non muove i primi passi fuori dalla tana, dove trova un mondo che lo seduce e lo minaccia; c’è la lince inferocita a cui lui ha divorato il piccolo, c’è la scoperta di essere predatore ma anche preda. E mentre il giovane lupo combatte la sua battaglia per la sopravvivenza, mio figlio Filippo mi dice: «È strano, prima odiavamo i lupi e volevamo che morissero. Adesso gli vogliamo bene e speriamo che vincano». Già, Jack London è maestro a calarci negli occhi e nel cuore ora di un uomo ora di un lupo,
senza giudicare l’uno o l’altro. Questo ai bambini piace moltissimo. Ricordo anch’io la passione per il gioco dell’immedesimazione, quando mi fingevo cieca per sapere l’effetto che fa, o quando immaginavo di essere la mia vicina di casa e mi chiedevo come si vivesse in casa sua, che consistenza avesse il suo cuscino. Quell’istinto alla curiosità per “i panni degli altri” si è trasformato, nell’età adulta, in un riflesso dagli effetti spesso dolorosi: sfogliare il giornale è ogni volta un tuffo in mondi estranei, e sui giornali se ne racconta soprattutto l’orrore.
Leggo dei bambini uccisi in Siria, di quelli imprigionati e violentati per piegare la resistenza dei genitori e mi sento una madre di Damasco o di Homs, provo una vertigine che mi mozza la voglia di andare avanti, eppure è solo una pallida idea dello strazio che provano quelle donne. Leggo della tratta delle nigeriane e immagino i corpi schifosi e indesiderati che devono sopportare, le botte, i sogni infranti, l’essere prigioniere mentre gente estranea getta sguardi superficiali e disprezza senza fare domande. Leggo di Maria Concetta Cacciola, 31enne calabrese, che i genitori hanno indotto al suicidio perché aveva denunciato importanti capi della ’ndragheta e percepisco il suo senso di solitudine e ribellione, il dramma di una scelta giusta in una famiglia sbagliata. Passo per certe vie di Milano dove sembra che vivano più immigrati che italiani e immagino chi, negli anni Sessanta e con molti sacrifici, era riuscito a comprarsi un appartamentino in condominio, a tirare fuori la testa dalla disperazione, e ora quando esce non riconosce più la città, facce che non gli somigliano, abitudini che lo infastidiscono, e prova rabbia, senso di spaesamento e di minaccia, e no, io non condivido chi rifiuta di accogliere gente più disperata di noi, però quella rabbia, se ci penso, la posso sentire. Come sento il dolore del bambino più difficile della scuola, e tutti si lamentano di lui perché picchia, ma lo sanno che nel paese in cui è nato doveva fare a botte per avere da mangiare?
La vita è diversa secondo gli occhi da cui la guardi e bisogna guardare con tutti gli occhi possibili per capirci qualcosa. Bisogna leggere. I giornali, i libri. Chiedere e ascoltare: perché ti comporti così? Che storia hai? Me la racconti?
Vale anche per la felicità degli altri, che a volte giudichiamo come un furto senza sapere da quanto lontano arrivi, e quanto l’abbiano pagata. Sì, ho risposto a Filippo, Jack London è un grande scrittore perché ci fa entrare in vite diverse fino a sentirle come fossero la nostra. È un piccolo esercizio di immedesimazione. Esercizio di umanità.
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Scritto da: Francesca Magni
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Tags: Jack London, Zanna Bianca
Bello Francesca quello che dici sull’immedesimazione… Però Zanna Bianca non sono riuscita a finirlo
…in effetti ieri sera Costanza mi diceva che la seconda parte di Zanna Bianca è un po’ più noiosa, e non posso darle torto. Però mi dispiace mollarlo lì, perché siamo nel punto in cui il lupo esercita tutta la sua crudeltà e vorrei arrivassimo a una svolta. Non per amore di lieto fine, ma per il discorso di cui sopra: trovo bellissimo il modo in cui si vedono le cose dal suo punto di vista, persino dal suo lato più feroce.
Comunque, ieri ho letto loro due capitoli saltando un po’… un diritto del quale mi avvalgo in abbondanza
[…] Se al mezzorado del professor Levi preferite avventure di lupi, potete fare anche voi i piccoli esercizi di immedesimazione che Francesca Magni compie ogni sera con i suoi figli in compagnia di Zanna bianca. Ma qualunque […]
[…] alle situazioni, devo indovinare tutte le risposte». A muoverlo, quando scrive è soprattutto la curiosità dei panni degli altri. Entrare nella pelle del nemico. «Uno dei peccati di oggi è impiegare tante energie per essere se […]
Un articolo veramente molto interessante… neanche io sono riuscita a finire Zanna Bianca. Sono d’accordo sul fatto che Jack London sia un grande scrittore, però avrebbe dovuto imparare a mascolare le diverse tatiche di scrittura perché nel complesso il libro appare piuttosto monotono! Tu cosa ne pensi? Sono felice che Costanza Concordi! Certo non smetterò di leggerlo prima di finirlo, pure io, però, ogni volta che leggo un capitolo ho bisogno di una lunga pausa per poter riprendere. Ci sono alcuni libri che hanno quest’effetto su di me… credo che sia dovuto a un tipo di scrittura non del tutto immediata e scorrevole, che rende difficoltosa la lettura.
Ma non credo che sia questo che mi stanchi molto, perché io non ho prblemi ad adattarmi a un libro, sono molto “plasmabile”… se tu, Francesca, potessi dirmi perché non riesco a leggere questo libro (solo se conosci o riesci a trovare una risposta), forse riuscirei a finirlo superando le difficoltà…
Grazie comunque e ancora per questo magnifico articolo!
Domanda difficile, cara Chiara! Me la sono fatta anch’io e una delle ipotesi che ho formulato ha a che fare con Star Wars.
Avevo nove anni quando uscì il primo e una zia mi portò a vederlo al cinema: era un prodigio della tecnica, un film modernissimo, veloce, che stordiva, “da far girar la testa” dicevano gli adulti mentre uscivamo dal cinema. L’ho rivisto di recente e mi è sembrato così lento, poco rumoroso e “tranquillo”… altro che girar la testa, mi ha strappato qualche sbadiglio e una consapevolezza sconcertante: mi sono abituata a un’altra velocità! Sì. Assuefatta a stimoli rapidi che si susseguono uno dopo l’altro in un incalzare di stupore e suspence.
Zanna Bianca mi ha fatto lo stesso effetto che rivedere Star Wars: mi ha richiesto di sintonizzarmi su un passo diverso, e di rinunciare al piacere della sorpresa continua per seguire un filo lungo e a volte tortuoso che si avvolge più volte su se stesso. Hai notato che le descrizioni si ripetono spesso, sempre approfondendo il concetto, ma tornando su se stesse, un po’ come quando avvolgi un filo? A ogni giro il concetto si fa più preciso, ma richiede che ci si arrenda a seguirlo nella sua ripetitività e lentezza.
Ecco, la ripetizione è una cosa a cui non siamo abituati, buttiamo subito ciò che ci annoia, non conosciamo più il piacere di tornare sulla stessa cosa per leggerla un po’ più in profondità (questo non è necessariamente un male: ogni epoca ha i suoi ritmi e le sue energie).
Io credo che una delle ragioni per cui Zanna Bianca risulta un po’ pesante (anche a me, sai?!) sia che ci richiede un atto di abbandono. Abbandonarci a una corrente lenta, lasciarci tirare per un percorso pieno di curve all’apparenza inutili: se ci pensi, la storia potrebbe essere raccontata molto più in fretta! Però in quel caso io credo che non riuscirebbe a farci sentire scorrere nelle vene il sangue di un lupo, a calarci in quelle zampe possenti, a dotarci di artigli e zanne immaginari grazie ai quali, senza accorgercene, viviamo una piena immedesimazione ed empatia. Se c’è una ragione per leggerlo oggi credo sia proprio questa. Non sono in grado di citarti nessun romanzo per ragazzi moderno che mi abbia fatta immedesimare con la potenza del lento e un po’ noioso Zanna Bianca!
Detto questo, se ti annoia (come temo di averti annoiata con questa risposta troppo lunga…!) hai il diritto di saltare qualche riga o qualche pagina. Hai anche il diritto di smettere e di riprenderlo fra un po’ o mai più. La lettura è libertà. Sempre
[…] ha colpito. Quello dell’immedesimazione nei panni degli altri è da sempre un punto centrale per me. Ho letto La scienza del male in mezza […]