un libro necessario
(Biagio Simonetta Faide)

18 novembre 2011
Scritto da: Adele

Più che romanzo, Faide di Biagio Simonetta (Cairo Editore, 2011, € 13,00) potremmo definirlo un vero e proprio reportage. Tante storie, tante situazioni, un comune denominatore: la ‘ndrangheta.
Un tour guidato attraverso l’indignazione di pochi, la paura dei molti che restano,  la rassegnazione che impedisce la ribellione, il desiderio di evadere che ti porta al Nord.
A Crotone Dodò, 11 anni, gioca a calcio sotto gli occhi del padre. Un ragazzino impegnato in una partitella di calcio fra amici, uno dei quali reo di avere qualche conto in sospeso con la malavita.  Muore così Dodò, incrociando un proiettile che non era destinato a lui. In Calabria è anche Anna, malata di tumore a causa delle scorie di amianto seppellite a pochi passi da casa sua. Fra Puglia e Calabria si snodano le strade della prostituzione dove gli affiliati ai clan imbottiti di cocaina corrono alla ricerca di rapporti violenti con le prostitute, carne da macello senza dignità. Non solo Calabria anche Germania, a Duisburg, dove i tedeschi hanno  liquidato la stage di ferragosto come “problemi fra italiani”, rifiutando di prendere in considerazioni che le ‘ndrine abbiano colonizzato anche la Germania. E poi ancora Lombardia, Sud America, Est Europa.

Scrive bene Simonetta, la sua prosa ti accompagna in una realtà sconosciuta,  presentandoti  una carrellata di varia umanità. Anche se a tratti la narrazione mi è parsa sfilacciata, troppo frammentata,  Faide è un libro che si legge d’un fiato, un libro illuminante ed in un certo senso, necessario. Perché “in Calabria sminuire il male è una maledetta abitudine. Neanche davanti alla realtà più crudele le anime di questo posto si scuotono” (pag. 52).

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