23 ottobre 2011
Scritto da: Lily Ziino
Le ombre della notte di Maria Concetta Calabrese (Perrone editore, 2010, € 15,00). In questi tempi di dolorose ferite per la nostra coscienza di uomini mi sembra quanto mai attuale questo romanzo in cui l’autrice descrive con stile avvincente le dolorose vicende di Sara, una ragazza ebrea costretta a rinnegare la sua fede pur di rimanere in Sicilia durante l’espulsione degli Ebrei del 1492 Continua a leggere »
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11 settembre 2011
HHhH. Il cervello di Himmler si chiama Heydrich di Laurent Binet (Einaudi, 2011, pp. 342, €.20,00). Un giovane storico francese, Laurent Binet, ha scritto uno stupendo libro, a metà strada tra il saggio storico – assai documentato – e il romanzo autobiografico – profondo e suggestivo. L’opera, uscita in patria l’anno scorso per le Edizioni Grasset & Fasquel di Parigi, è valsa all’A. il “Prix Gouncourt du premier roman” 2010. Ora Einaudi lo fa conoscere al pubblico italiano con un titolo che riprende quello originario. Binet racconta che, quand’era adolescente, suo padre, storico a sua volta, gli parlò con grande partecipazione di un evento considerato come il colpo più importante realizzato dalla Resistenza europea: l’attentato, Continua a leggere »
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29 novembre 2010
Scritto da: Maria Teresa Verdirame
Serena Caramitti, Quarta sponda. Tripoli bel suol d’amore (Robin Edizioni, €14,00). Storia di una famiglia borghese, filtrata attraverso gli occhi di due ragazzi. Andrea e Anna. Una vita serena, in uno dei quartieri più belli della Tripoli coloniale, denominato Città Giardino, allietata da ricevimenti nei salotti di casa con relativi pettegolezzi e chiacchiere di tradimenti, di cui uno attraversa anche la famiglia dei ragazzi, e dai balli nel castello della città. Ma come un soffio caldo di Ghibli, proveniente dal deserto, arriva la notizia che l’Italia è entrata in guerra al fianco della Germania. Continua a leggere »
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2 novembre 2010
Scritto da: Alessandra D’Ottone
«Per la fame. Siamo venuti giù per la fame. E perché se no? Se non era per la fame restavamo là. Quello era il paese nostro. Perché dovevamo venire qui? Lì eravamo sempre stati e lì stavano tutti i nostri parenti. Conoscevamo ogni ruga del posto e ogni pensiero dei vicini. Ogni pianta. Ogni canale. Chi ce lo faceva fare a venire fino qua? Ci hanno cacciato, ecco il perché. Con il manico della scopa. Il conte Zorzi Vila. Ci ha spogliato di tutto… Fu un esodo. Trentamila persone nello spazio di tre anni – diecimila all’anno – venimmo portati quaggiù dal Nord. Dal Veneto, dal Friuli, dal Ferrarese. Portati alla ventura in mezzo a gente straniera che parlava un’altra lingua. Ci chiamavano “polentoni” o peggio ancora “cispadani”. Ci guardavano storto. E pregavano Dio che ci facesse fuori la malaria». Con il suo ultimo romanzo, Canale Mussolini (Mondadori, € 20,00), Antonio Pennacchi (già noto al pubblico con successi editoriali quali Mammut, Palude. Storia d’amore, di spettri e trapianti, Una nuvola rossa e Il fasciocomunista, poi riproposto in versione cinematografica con il film Mio fratello è figlio unico), si è aggiudicato l’ambito Premio Strega 2010. Continua a leggere »
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