poesie dal fango della vita
(Alda Merini Eternamente vivo)

1 novembre 2010

Alda Merini Eternamente vivo (Frassinelli, 2010, € 20,00 con dvd). «Io non so come prende forma / una poesia. / Io prendo il fango / della mia vita / e mi sento / un grande scultore» (pag. 38). Senza essere poeta, col “fango della propria vita” ognuno può creare qualcosa. Alda Merini ce lo ricorda quasi senza volerlo. Le sue poesie hanno sempre questo effetto, ti toccano quale che sia il tema. Forse perché non le scriveva: le “parlava”, le dettava agli amici (come mostra il bel dvd allegato al libro). Alda Merini se n’è andata un anno fa, il 1° novembre. Per scoprirla o riscoprirla, esce anche un’antologia, Il suono dell’ombra. Poesie e prose 1953-2009 (Mondadori, € 38,00).

Continua a leggere »

commenta »

31 ottobre 2002, una mattina di scuola

31 ottobre 2010

Tempo di lettura: 2 minuti

Da giorni cercavo un attimo per sfogliare questo libretto di poesie, La bolla di sapone di Maurizia Benedetti (Edizioni Il Filo, 2004, € 10,00). L’ho preso in mano oggi appena sveglia, e per quei casi un po’ magici che si verificano intorno ai libri, si è aperto a pagina 36: Una mattina di scuola è il titolo, i versi sono dedicati ai 27 bambini e alla maestra di San Giuliano di Puglia morti per il terremoto mentre erano in classe: era il 31 ottobre 2002. Otto anni fa, a quest’ora. Maurizia Benedetti insegna in una elementare di Roma, va al lavoro in bicicletta (a Roma!) e in bicicletta viaggia tutte le volte che può; l’ho incontrata per caso dopo aver scritto della stessa passione, Continua a leggere »

commenta »

Paola Mastrocola La felicità del galleggiante

26 ottobre 2010

“Galleggiante di mare

che rimani in superficie

che salvi

la rete dall’affondo

o le chiavi o il nostro

portafoglio,

ti tiene una catena al fondo,

non te ne puoi andare.

Forse ti piacerebbe sprofondare,

vedere cosa si nasconde sotto,

frequentare

un po’ del nostro buio abituale.

Mi dispiace, non t’è dato.

Sei il nostro multi-

colorato scampo

– il sughero, la boa,

il gavitello

che ci occhieggia per attraccare –

la sola cosa in vista

alle nebbie dell’orizzonte

in questo vasto nostro indistinto

troppo infinito firmamento:

tu gli fai da punto, gli opponi

qualche non futile orpello.

Non mi lasciare, galleggiante.

Voglio stare come te

sull’acqua

fluttuante, non scandagliare

le cause e le ragioni: stare

attaccata,

appagata di guardare

il mondo cangiante, e non andare

a fondo.

A fondo c’è sabbia e roccia,

piana o leggermente mossa:

nient’altro che si possa

riportare a galla”.

[Paola Mastrocola, La felicità del galleggiante (Guanda, 2010, € 13,00). Una raccolta di poesie che ruotano intorno al mare, terreno fertile per metafore; ogni tanto apro il libro e ne rileggo una a caso: oggi questa. Invidio il galleggiante].

2 commenti »