24 dicembre 2012

Scritto da: Peppe Stamegna
Philip Roth, La macchia umana (Einaudi, 2001, traduzione di Vincenzo Mantovani, € 18, pp. 386). Con questo libro di Roth sono cresciuto come lettore. Ora posso dire di aver assorbito tanta di quella rimbombante complessità, da risultare semplice la visione d’insieme. Ho goduto dei ritratti netti che i personaggi indossano nel romanzo, coi loro panni delle mille corruzioni, e delle infinite gabbie del male. Dell’autentica e zoppicante capacità adattiva. Dell’amore costruito nel tempo, e di quello improvviso. Del sesso cosi com’è. Inoltre ho imparato un po’ delle cose accadute in questi anni negli Stati Uniti, e nell’Occidente tutto. Continua a leggere »
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7 agosto 2012

Scritto da: Peppe
Philip Roth Pastorale americana (Einaudi, 2005, traduzione di Vincenzo Mantovani, € 14,00, pp. 460). Devo recuperare le parole giuste per descrivere Pastorale americana di Philip Roth. Questo libro ha risucchiato in sé tutte le parole del mondo, tutti i concetti della terra. Americana? Non solo, poiché il tema centrale del libro mi pare che sia lo stare al mondo al meglio delle proprie possibilità, rimanendo dentro l’enorme bolla della storia. Continua a leggere »
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9 novembre 2010

Scritto da: Adele D’Amato
Proprio in questi giorni mi è tornato in mente quanto Philiph Roth scrisse nel 1998 nel suo libro Ho sposato un comunista (Einaudi, 2005, € 11,50). Le parole del libro si riferivano al maccartismo ma mi sono sembrate quanto mai attuali: «…Quando la tragedia umana si è compiuta, la si passa ai giornalisti affinché banalizzandola, la trasformino in spettacolo. Continua a leggere »
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7 novembre 2010

Scritto da: Adele D’Amato
Uccello e pesce possono innamorarsi? No, secondo il sentire comune dell’America a ridosso della seconda guerra mondiale, intrisa di razzismo fino alle ossa. Eppure è quello che accade ai due capostipiti e protagonisti del libro di Richard Powers, Il tempo di una canzone (Mondadori, 2006, € 23,00). Lui è un fisico ebreo tedesco che ha lasciato la famiglia in Europa, lei un’infermiera di colore che studia canto. Si incontrano nel 1939 al Lincoln Memorial di Washington durante un famoso concerto della prima cantante lirica di colore, Marion Anderson, e lì si innamorano. Decidono di sposarsi, nonostante la contrarietà di tutti, perché “non credono nella razza”. I tre figli nati da questo sogno non sono né pesce né uccello, sono “unici”. La loro vita permeata in ogni momento dal canto e dalla musica – elementi collanti in questa famiglia sui generis – non sarà facile. Continua a leggere »
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31 ottobre 2010

Tempo di lettura: 5 minuti
Un quinquennio dopo il trionfale esordio letterario e l’incoronazione (eseguita di persona dal giornalista Antonio D’Orrico) a erede di Philip Roth e di Proust, Alessandro Piperno ha partorito il secondo romanzo, Persecuzione (Mondadori, 2010, € 20,00), e lo ha diviso in due parti che insieme compongono Il fuoco amico dei ricordi: dopo 416 pagine rilegate con nuova raffinatezza – l’interno della copertina cartonata è rosso, e rosso è il testo sul risvolto della sovracoperta – il libro si chiude con un “continua…”. Tra un anno esatto sapremo come. Nell’attesa, Persecuzione offre di che discutere. Il primo ad affrettarsi è stato un fan storico di Piperno, Gad Lerner, che quando il volume non aveva ancora finito di invadere le librerie (è uscito il 26 ottobre) già lo recensiva su Vanity Fair e sul suo blog con larghezza di affetti e qualche artificio retorico tipo: avrei voluto confermare la regola che l’esordiente di successo proprio non ce la fa a bissare l’opera prima, ma Piperno si è superato. Non so voi, io Con le peggiori intenzioni l’ho trovato irritante, supponente e finto-profondo, sensazione che si era “materializzata” ulteriormente dopo aver visto alcune foto dello scrittore: Continua a leggere »
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