20 agosto 2011
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Ho appena “riletto” Libertà di Jonathan Franzen attraverso i racconti di mio marito, che lo ha finito da poco. Ne abbiamo discusso di continuo, il suo giudizio, come il mio e quello di alcuni di voi, oscillava capitolo dopo capitolo, pur mantenendo costante l’ammirazione per la scrittura densa che fa sgorgare i personaggi dalle loro azioni, dalle loro parole e pensieri, sempre perfettamente coerenti. Alla fine gli ho fatto una domanda che giro anche a voi: perché lo ha intitolato Libertà? E abbiamo ripreso a discuterne – che poi è il piacere della lettura quando si rovescia nella vita… Riunisco qui la recensione in corso di lettura che ho fatto nei mesi scorsi. Il confronto ovviamente resta aperto. Continua a leggere »
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2 maggio 2011
xxx
Tempo di lettura: 2 minuti
Dopo due recensioni in corso (di lettura), ora che ho finito Jonathan Franzen fatico a parlarne, come fatico a uscirne. La vita di Walter e Patty Berglund mi si è appiccicata addosso chiamandomi a identificarmi ora con l’uno ora con l’altra, ora con i loro figli o con Lalitha, la giovane collega di Walter, o con Richard Katz, l’amico storico, rocker depresso e di successo; come se ogni loro gesto fosse un paradigma. Ci si ritrova un po’ ovunque, in questo libro. Ci si ritrova nell’anelito di libertà di ognuno dei protagonisti e nella constatazione implicita che non sappiamo affatto cosa sia libertà, Continua a leggere »
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20 aprile 2011
– Scusami, – disse infine. – Sto ancora cercando di capire come vivere. (pag. 369) Continua a leggere »
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17 aprile 2011
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Tempo di lettura: 2 minuti
Non ho letto Le correzioni, con cui lo scrittore del Missouri ha conquistato il National Book Award e platee adoranti anche in Italia, ma all’ennesimo pranzo con colleghi in cui qualcuno parlava di Franzen, mi sono decisa ad attaccare Libertà (Einaudi, 2011, traduzione di Silvia Pareshi, € 22,00, pp. 622). Alle prime pagine, ha avuto un effetto ipnotico. Non ho trovato la scrittura complessa di cui molti dicono, ma una prosa molto studiata che avvolge, descrittiva, all’estremo, mai noiosa: non riuscivo a mollarlo. Continua a leggere »
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