l’arte di fare il ‘punto nave’ ovvero: se ti piace Anne Tyler leggi Maggie O’Farrell (Istruzioni per un’ondata di caldo)

22 luglio 2015

Maggie O’Farrell, Istruzioni per un’ondata di caldo (Guanda, 2013, traduzione di Valeria Bastia, € 18,50, pp. 309. Ho comprato questo libro quando è uscito, due anni fa, guidata dall’istinto; nessuno me ne aveva parlato, la quarta di copertina annuncia una storia di famiglia, la trama è ininfluente, come spesso accade in affreschi del genere. Qui conta la forza della pennellata, la scrittura che dà corpo a persone, gesti, relazioni. Maggie O’Farrell quella forza ce l’ha tutta, potrebbe essere ‘figlia’ di Anne Tyler – anche in senso anagrafico. E il fatto che io abbia ripescato il suo romanzo proprio dopo aver letto Anne Tyler e giusto prima di partire per l’Irlanda, Paese di cui la O’Farrell è originaria e di cui la storia porta il peso, conferma che i libri hanno un loro sapere segreto, giocano con noi (forse se la ridono anche). Aggiungete che Istruzioni per un’ondata di caldo è ambientato nell’estate del 1976, soffocante quanto questa del 2015, e diventa difficile ignorare i ‘segni’… Questo era proprio il libro da leggere a-d-e-s-s-o! Continua a leggere »

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Elizabeth Strout: «Per diventare scrittore devi trovare la vita divertente»
(intervista su I ragazzi Burgess)

30 ottobre 2013

Elizabeth Strout ha 57 anni e non un filo di trucco. Niente, nei suoi modi semplici, fa pensare che abbia vinto un premio Pulitzer e che sia una delle più raffinate scrittrici americane, in corsa per diventare un classico. Mi guarda con occhi curiosi dietro una montatura squadrata, «Che belli i tuoi occhiali» dice, ed è subito come chiacchierare con un’amica. Il tema che le sta a cuore sono le relazioni. I suoi romanzi raccontano storie minute ma capaci di trascendere il tempo e lo spazio in cui sono circoscritte per diventare parabole universali. Al centro dell’ultimo romanzo (il quarto), I ragazzi Burgess (Fazi), ci sono Jim avvocato spregiudicato, Bob avvocato fallito, Susan madre separata e intristita rimasta a vivere nel Maine. Tre fratelli segnati dalla morte del padre in un incidente quando erano piccoli. Uno di loro ne è stato la causa e, in modi diversi, il senso di colpa ha determinato le vite di onguno. I tre si ritrovano quando Zac, il figlio di Susan, adolescente ombroso e sofferente per la mancanza del padre, lancia una testa di maiale surgelata nella moschea della comunità somala di Shirley Falls, l’immaginaria città del Maine in cui la Strout ambienta i suoi romanzi. Continua a leggere »

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se Franzen fosse una donna (ovvero perché nessuna donna è come Franzen)

23 maggio 2011

xxx

Tempo di lettura: 2 minuti

L’articolo di cui vi voglio parlare oggi è uscito sul Corriere della sera il 6 maggio, ma mi è capitato di leggerlo, grazie a un’amica, solo adesso. Si intitola “Se il capolavoro è vietato alle donne” (cliccate sul titolo per leggerlo) ed è a firma di Percival Everett (nella foto) che ho scoperto essere scrittore nero americano, classe 1956. La sua tesi è presto detta, e poi molto ben argomentata: Libertà di Jonathan Franzen si è conquistato l’onorevole appellativo di Grande Romanzo Americano in quanto il suo autore è un uomo Continua a leggere »

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lo sguardo di Elizabeth Strout

7 marzo 2011
Tempo di lettura: 30 secondi

Elizabeth Strout, Olive Kitteridge (Fazi, 2009, € 18,50). «[…] in me c’è qualcosa che a volte si gonfia come la testa di una seppia e spara un liquido nero dentro di me. Non ho mai voluto essere così, ma lo giuro, ho amato mio figlio» (pag. 105). Il giorno del matrimonio di suo figlio Christopher, Olive Kitteridge sente per caso la nuora dire a un’amica che Christopher ha avuto un’infanzia difficile. Olive trasecola: davvero suo figlio si descrive così? Continua a leggere »

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Elizabeth Strout Amy e Isabelle

27 ottobre 2010
Scritto da: Annalisa Liuzzi

Elizabeth Strout, Amy e Isabelle (Fazi, 2010, 19,50). Sei consapevole di essere in un’anonima cittadina americana  ma non sai in che tempo si svolga la storia. Sai di essere in una storia di donne e di essere in un microcosmo nel quale tutte le protagoniste celano dei segreti. C’è Isabelle che cerca di nascondere qualcosa attraverso decoro e perbenismo; c’ è  Amy , tenera ed adolescente, che cerca di imporsi e di trovare la sua collocazione nella “cittadina americana”. C’è un filo sottile che lega le due donne; un filo del quale senti la presenza, sin dall’inizio del libro. C’è una linea sottile che le divide e che le  tiene vicine. Senti che il rapporto fra le due è teso. Senza accorgerti sei avvolta in un mantello dal quale non puoi sottrarti fino all’ultima pagina. Ogni parola, ogni descrizione, ogni dialogo ti spinge a lasciare il libro sullo scaffale, non terminarlo. Ma vince il desiderio di giungere alle fine ed allora ciò che hai sopportato sarà scombussolato da un finale in cui tutte le incomprensioni, le cose non dette e le ostilità ritorneranno al loro posto. Il mondo di Amy ed Isabelle crollerà in una notte in cui anche tu, sarai capace di rimettere tutto al proprio posto e niente sarà più come prima perché sarai ripagata e chiuderai il libro sapendo che ti ha suscitato qualcosa per cui è valsa la pena, nel vero senso della parola.

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la commedia umana
(Elizabeth Strout Olive Kitteridge)

12 agosto 2010
Tempo di lettura: 2 minuti

Elizabeth Strout, Olive Kitteridge (Fazi, 2009, € 18,50). Ci sono molte qualità soggettive che fanno giudicare un libro “bello”. A me piacciono quelli che ti si appiccicano addosso e continui a pensarci anche quando non stai leggendo. Questo è uno.

A Crosby, una cittadina sulla costa del Maine in cui immagini  casette di legno bianco, strade ampie e quelle enormi automobili americane con la fiancata di legno, si svolgono esistenze normali talvolta attraversate da fatti eccezionali – una tentata rapina con ostaggi all’ospedale, un figlio divenuto assassino della fidanzata, il dolore di una gravidanza mancata che invita al suicidio. Ma sono momenti, perché la vita è un fluire più ampio e famelico che tutto ingurgita, anche l’eccezione, anche la tragedia. Lo sa bene Olive Kitteridge, insegnante di matematica in pensione: lei è il filo rosso che collega i capitoli, ognuno un racconto perfetto e concluso.

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baricentro
(Elizabeth Strout Resta con me)

3 agosto 2010
Tempo di lettura: 45 secondi

Elizabeth Strout, Resta con me (Fazi, 2010, € 18,50). «[…] nessuno di noi possiede un baricentro. Siamo continuamente strattonati qua e là da forze in conflitto e resistiamo meglio che possiamo» (pag. 351). Sono le parole sorprendenti che Tyler, pastore protestante di un paesino nel Maine, sente dal suo maestro. Era andato a chiedergli aiuto per ritrovare un equilibrio, per tornare a sentirsi sicuro di sé come all’inizio della carriera, prima che morisse sua moglie, prima che i suoi parrocchiani iniziassero a essere delusi da lui. La risposta è tutt’altro che rassicurante, pensa Tyler. Eppure è la chiave di volta di questo incantevole romanzo: storia di un roccioso uomo di fede che nel corso degli anni si scopre in balia dei propri conflitti interiori; e proprio questo significa che è diventato un Uomo.

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