dalla strage di Srebrenica al senso della guerra e della colpa
(Marco Magini Come fossi solo)

15 gennaio 2014

Marco Magini, Come fossi solo (Giunti, 2014, € 14,00, pp. 224). Sono passati più di due anni da quando Marco Magini mi mandò un capitolo del libro che stava scrivendo. Avevo conosciuto i suoi genitori in un agriturismo toscano in cui cercavo aria buona per mia figlia convalescente, uno di quei posti in cui trovi gente appassionata, cucina indimenticabile, profumo di famiglia vera e bellezza. Solo poche pagine, Marco – virtù rara – mostrava di conoscere il valore del tempo altrui. Le lessi con timore, come sempre in questi casi: non so mentire, e di rado capita di leggere cose veramente buone. Ma quello era il caso. C’era da passare un po’ di lima ma valeva la pena di continuare a scrivere. La storia (vera) di Dražen Erdemović doveva essere raccontata. L’unico tra gli assassini della strage di Srebrenica a essere stato condannato perché reo confesso: ma reo di che cosa, esattamente?
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