la libertà dei vecchi
(Diana Athill Da qualche parte verso la fine)

3 agosto 2010
Tempo di lettura: 1 minuto

Diana Athill, Da qualche parte verso la fine (Bur, 2010, € 9,00). «Quando si tratta di marito e moglie, penso che le parole chiave dovrebbero essere gentilezza e rispetto, non fedeltà, e non è detto che l’infedeltà sessuale debba necessariamente offuscarle. […] Ci sono cose, tra cui le infedeltà sessuali, che non fanno male se restano sconosciute o al massimo sono conosciute e accettate» (pag. 29, 31). La donna che scrive queste parole ha 89 anni. Dal punto a cui è arrivata, da qualche parte verso la fine, racconta cos’è invecchiare. Ne escono ricordi di vita goduta, le cose che a una certa età non si ha più voglia di fare. E soprattutto le verità scoperte lungo il cammino. Il passare degli anni non è semplice declino: è aprire, uno dopo l’altro, i lucchetti che ci tengono in gabbia. Evadere dalle prigioni della mente e della società. Da anziani non si è più saggi, come si dice per retorica, ma più liberi.

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