日本 cose e parole

31 dicembre 2010

Il torii del tempio Meiji, a Tokyo. Un kanji.

L’ingresso al tempio di Kiyomizudera, a Kyoto.

Un kanji fotografato nel tempio di Asakusa a Tokyo.

Un torii, l’entrata ai templi shintoisti, nel parco dei templi di Nara.

Una scritta alla stazione di Nara.

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日本 la campana di Capodanno a Kyoto

31 dicembre 2010

In Giappone l’ultimo dell’anno è una festa intimista, in tivù ci sono programmi di canzoni strappacuore, per le strade silenzio, a cena come piatto augurale una ciotola di soba, spaghetti simili ai nostri alla chitarra preparati in brodo con qualche verdura. Poi tutti al tempio scintoista. Noi siamo a Kyoto e abbiamo scelto Chion-ji, dove si trova la campana più grande del Giappone, servono 17 monaci per suonarla, indossano un saio marrone e infradito ai piedi, alcuni senza calze. Raggiungiamo la campana nel parco del tempio attraversando un boschetto illuminato dal riverbero della neve, Continua a leggere »

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日本 l’anno del coniglio

1 gennaio 2011

Il 2011 è l’anno del coniglio. Lo dice  l’oroscopo cinese, che però lo fa iniziare il 2 febbraio; in Giappone da oggi sono sparite le statuette di tigre, l’animale zodiacale del 2010, ed è arrivato il coniglio, うさぎ usagi in giapponese. Quello della foto era in un tempio buddista di Kyoto, raffigurato sul retro di una tavoletta delle preghiere. Cosa porti il coniglio non mi è chiaro: qualcuno sostiene che per i samurai fosse un animale coraggioso e non meno ardito della tigre.  Secondo l’oroscopo cinese dovrebbe portare calma, pace e diplomazia. Buon anno tranquillo, allora.

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日本 i templi e la neve

2 gennaio 2011

I templi con la neve sono una delle quattro meraviglie che i giapponesi contemplano nel corso dell’anno. Contemplare è caldeggiato, farlo insieme è quasi un rituale, racconta Will Ferguson in Autostop con Buddha (Feltrinelli). In primavera la fioritura dei ciliegi, in estate i cieli stellati, in autunno gli aceri rossi. Negli uffici capita di trovare cartelli con scritto “riunione alle 15 e dopo non dimenticate di ammirare la fioritura dei ciliegi”. Ci svegliamo a Kyoto l’ultimo giorno dell’anno sotto una nevicata convinta. Abbiamo deciso di visitare Nara, e non rinunciamo nonostante il freddo intenso. Ci accontenteremo delle due mete imprescindibili, il Todai-ji, il tempio del Daibutsu, il Buddha più grande del mondo, e il tempio Kasugataisha. Continua a leggere »

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日本 bagno giapponese

3 gennaio 2011

Ho provato le terme, il bagno turco, la spa; ho provato piscine e docce in giro per il mondo, alcune lussuosissime; ho provato laghi termali, grotte, pozze sulfuree. Credevo di conoscere tutte le forme dell’acqua, alcune piacevolissime, ma non sapevo niente prima di provare il bagno giapponese, on-sen se è termale, sen-to se è un bagno pubblico. Il primo per me è stato a Kyoto, il sen-to più famoso della città, un luogo assolutamente popolare e democratico, ci si entra nudi da 0 a 99 anni, uomini e donne divisi. La prima volta che vai in un bagno giapponese Continua a leggere »

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日本 people

3 gennaio 2011

In questi giorni di festa molte donne indossano il kimono, che ha stoffe bellissime e coloratissime, e un gigantesco fiocco sulla schiena che le fa sembrare elle bambole. Quando però aggiungono sulle spalle un secondo kimono tipo cappotto, il fiocco forma una gobba antiestetica e un po’ ridicola. Ai piedi hanno le infradito tradizionali con la suola in legno, e le calze con l’alluce separato. Kimono a parte, le giapponesi si vestono bene, in un modo che definirei allegro: cappottini leggeri e giacche di panno molto morbido, gonne corte e svolazzanti, stivali spesso a metà polpaccio. Colori pacati, linee sobrie. Ma hanno sempre un che di frizzante che trovo molto bello.

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日本 perché mettono la mascherina?

4 gennaio 2011

La portano in molti, di tutte le età, mamme con bambini, ragazzi, ragazze, autisti di treni e negozianti; la mascherina, si compra nei chioschi di giornali e caramelle, nei piccoli supermercati che trovi sparsi un po’ ovunque. Perché la mettono? Continua a leggere »

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日本 freddo freddo, caldo caldo

5 gennaio 2011

L’inverno di Tokyo ha temperature simili a quelle del Nord Italia, rispetto a Milano gode della presenza benefica del mare e del vento, il cielo è limpido, terso l’aria per nulla inquinata. Hai la stessa sensazione di quando sei in montagna e il gas di scarico di una macchina si distingue nell’aria pulita. A Tokyo vivono 12 milioni di persone, pochissime si spostano in auto, molte non ce l’hanno, per possederne una devi avere anche un garage in cui tenerla, è obbligatorio. Non saprei dire come sono le macchine usate dai giapponesi, se ne vedono relativamente poche e si tende a non notarle perché non sono mai parcheggiate sulla strada. Continua a leggere »

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日本 Daibutsu, il grande Buddha

5 gennaio 2011

Per la seconda volta ho avuto un sussulto, vedendo la statua del Buddha. A Kamakura (a destra) ce n’è uno grande quasi quanto quello di Nara (a sinistra), solo che te lo trovi davanti all’aperto, in mezzo a un parco rigoglioso che si insinua tra le case, poco dietro la ferrovia. Il Buddha è imponente, placido, il Buddha “sta” e basta. Che sia questo a provocare quel brivido, appena lo vedi? Si può anche visitare l’interno, ed è un’esperienza curiosa, un po’ come infilarsi nel risvolto di un tessuto: da dentro vedi le giunture e scopri come è fatto. L’hanno costruito fondendo in bronzo tre tipi di pezzi che si incastrano con un sistema che ricorda i Lego. Il Daibutsu (“dai” vuol dire grande) di Kamakura è del 1252.

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日本 preghiera a Buddha

6 gennaio 2011

(Nella foto: un cassetto delle preghiere a tempio di Asakusa, a Tokyo)

Kamakura. Il parco del tempio di Hase-Dera è arrampicato sulla collina non lontano dal Buddha, è pieno di piante fiorite anche in inverno, in particolare le camelie che qui raggiungono forme e dimensioni di veri alberi (ne ho vista una grande quanto un pino marittimo), e la pianta dell’ume, una prugna aspra da cui si ricava un delizioso liquore, l’ume shou. Il tempio principale guarda il mare ed è sorvolato da falchi numerosi come gabbiani; un cartello avverte di fare attenzione quando si mangia, perché i falchi attirati dal cibo potrebbero ferire con gli artigli. Non ho mai visto uno spettacolo simile: Continua a leggere »

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