i mediocri a scuola e il rumore di fondo
(Magda Szabó Ditelo a Sofia)

5 febbraio 2018
Magda Szabó, Ditelo a Sofia
scritto da Francesca Magni

Magda Szabó, Ditelo a Sofia (Salani, 2013, €14,90 pp.393).
Sofia Nagy, 11 anni, è l’allieva che più incuriosisce la maestra Marta. Sofia è intelligente, ma non rende come ci si aspetterebbe; Sofia prende 7. È fra gli scolari «al confine tra il sufficiente e l’ottimo». I “bambini incagliati”. Non sono i bocciati né i bravissimi che incuriosiscono la maestra Marta: quelli si assomigliano. Differiscono solo per qualità, per le doti intellettuali con cui sono venuti al mondo. È negli scolari da 7, ancorati a una via di mezzo dalla quale potrebbero tranquillamente spiccare il volo, che si nasconde un segreto.
Sofia Nagy va alla scuola estiva nella Budapest del ’57. Da pochi mesi ha perso il papà a cui era legatissima, un giovane medico affettuoso che l’ha lasciata sola con la madre Judit, brillante pedagogista che ha cresciuto la figlia seguendo i manuali. In perfetta buona fede, come spesso accade.
Sofia è brillante, ma a scuola non rende. La maestra Marta la osserva, la segue, conosce Judit, è incuriosita da quella bambina distratta da qualcosa che si porta impigliato dentro. La maestra Marta osserva, si mette in ascolto e sente.
Il rumore di fondo. Quel brusio che non permette a Sofia di fermarsi sulla grammatica, che pure le piacerebbe, sulla lettura, che pure potrebbe rapirla, sulla matematica, che pure la divertirebbe. Sofia ha un’urgenza. Le parole che suo padre avrebbe pronunciato prima di morire, il testimone che le ha raccolte, un vecchio burbero e rozzo, un mistero che non la lascia in pace: cosa intendeva suo padre quando, con il cuore già braccato dall’infarto, aveva mormorato «Ditelo a Sofia»?
Ieri mi sono imbattuta in un meraviglioso articolo di una eccellente maestra, Rosaria Gasparro, intitolato Il rumore di fondo nei voti. Ho pensato al libro della Szabó, uno dei tanti letti senza aver trovato il tempo di parlarne, uno di quelli che covavano sotto la cenere perché centrano un messaggio che è ora di far rimbalzare.
Il rumore di fondo.
I bambini non sono sacchi vuoti da riempire di nozioni, di esercizi, di comportamenti. I bambini sono spugne immerse nel mondo dei grandi; i bambini si portano dentro un rumore che è l’eco del nostro. Errori, fatiche, crudeltà, l’amore andato storto anche se con le migliori intenzioni. I bambini sono spugne bagnate delle nostre storie e delle storie che scriviamo per loro. Sofia e lo zio adultero, Sofia e vicende più grandi di lei che cerca di sbrogliare con l’ingenuità di una bambina di 11 anni, Sofia e il padre che forse nessuno le dirà cosa voleva che le venisse riferito, Sofia che ha una mamma studiosa e impegnata per la felicità dei bambini e non si accorge di avere una bambina triste.
Questo romanzo spiega esattamente di cosa parla Rosaria Gasparro quando parla dell’effetto del rumore di fondo sui voti, sul rendimento scolastico. Parla di tanti di noi: perché quel rumore, brusio o boato che sia stato, forse ce lo siamo portati dentro. Io sì, lo ricordo. Forse qualcuno no, fortunato! Ma è di quel rumore che dobbiamo metterci in ascolto se vogliamo che anche i “bambini incagliati” spicchino il volo.

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