Francia in bici / “sauf vélos”

7 agosto 2016

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DA VERDUN SUR GARONNE A TOULOUSE (incluso giro per la città e visita alla Cité de l’Éspace) 50 km
Si parte da Verdun sur Garonne non prima di aver superato l’interrogazione di Viviane sul libro degli immigrati italiani in Francia; il marito con i suoi sorrisi gentili non mi può salvare, è in mezzo al campo a stendere montagne di lenzuola appena lavate. Salutiamo la coppia che ci fa riempire le borracce con la canna dell’acqua del giardino e si dice felice di aver ospitato, per la prima volta, una famiglia italiana. In effetti di italiani da queste parti non se ne vedono proprio, ed è un peccato perché è davvero una terra bellissima e per chi ama il cicloturismo le piste sul canale sono perfette.

Chiunque incontri ti regala un cordiale “Bonjour”, persino i bambini salutano. Anche le città sono ospitali da questo punto di vista, e Toulouse non fa eccezione: ciclabili dappertutto e su ogni strada l’indicazione per le bici, una semplice freccia dipinta su una porzione della carreggiata; e le vie contromano hanno sempre una precisazione: divieto di transito “sauf vélos”, eccetto biciclette.
Toulouse è tutta rosa per via della pietra, ha palazzi bassi, antichi, decorati, un hotel de ville sontuoso e tante piazze accoglienti come salotti. In una ci incantiamo a guardare un gruppo di ragazzi che balla il boogie-woogie!
Il pomeriggio è torrido, ne approfittiamo per visitare la Cité de l’Éspace, uno di quei posti che in Italia dovremmo copiare (l’unica cosa simile che io abbia visto è il Muse di Trento): c’è un grande giardino con esposizioni interattive che raccontano lo spazio con un linguaggio adatto ai piccoli ma esaustivo anche per i grandi (efficacissima la riproduzione delle distanze dei pianeti in scala: vederli disposti su un prato dà davvero l’idea delle proporzioni). C’è una copia 1:1 di Ariane, il razzo che porta i satelliti in orbita e una ricostruzione della Mir in cui si può entrare. La Cité de l’Éspace vale la salita che è costata arrivarci, salvo forse lo spettacolo al planetario che in compenso mi ha regalato… una mezz’ora di sonno! Anche oggi, fra tappa e giri in città, sono 50 km.

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