Francia in bici / ruota a terra

10 agosto 2016

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DA BAZIÈGE A CASTELNAUDARY – 59 km
Ristorati dalla giornata a chilometri zero trascorsa a Baziège (anche il malato si è miracolosamente ripreso), discendiamo dalle colline di girasoli e riprendiamo il canale. Mi sono mancati i suoi platani curvi che sembrano un abbraccio e le schegge di sole sull’acqua verde. È un paesaggio riposante che dà dipendenza.
Oggi l’obiettivo è Castenaudary, famoso per il cassoulet, uno stufato con carne d’anatra e/o maiale più fagioli cannellini, che non smanio dalla voglia di assaggiare, benché sia certa della sua bontà, per via del caldo torrido e della troppa carne mangiata fin qui. Ho letto che i francesi sono oggetto di studio perché il loro colesterolo basso sarebbe incompatibile con la quantità di grassi che mangiano. Il mio colesterolo però è italiano e io anelo una fresca insalata.
Arrivare a Castenaudary e girare per il paese ha comportato 59 km incluse due deviazioni, una per ogni foratura della mia ruota posteriore. La fortuna è che in entrambi i casi non è stato troppo difficile farla riparare* e la prima deviazione, vicino alla chiusa “de l’Océan” di Naurouze, ci ha fatto attraversare un pittoresco viale alberato e scoprire l’obelisco che i francesi hanno dedicato a pierre Paul Riquet, l’ingegnere che ha costruito il Canal du Midi.
Qui si inizia a sentire che siamo più a sud, verso il Mediterraneo, sento cambiare i profumi attorno al canale e i villaggi hanno qualcosa che ricorda il nostro Sud. Castenaudary è abbracciato a un bacino d’acqua rotondo, e sarebbe un posto magnifico se si restaurassero le case dagli intonaci chiari che vi si affacciano. Alla fine assaggiamo il cassoulet al ristorante Le Petit Gazouillis: era tra i consigli di Piero Lancia, conosciuto sul web in cerca di chi avesse fatto questo viaggio in bici prima di noi. Piero è un cicloviaggiatore serio, ci ha dato molti altri consigli utili e indirizzi dove dormire, e l’ottimo cassoulet è l’occasione migliore per dirgli grazie.

*la prima volta mi hanno cambiato la camera d’aria in un noleggio bici, ma dopo pochi chilometri la ruota era ancora a terra. Così, su consiglio di un gentile signore che ci ha visti in panne, siamo andati da InterSport e abbiamo fatto cambiare anche il copertone. Non sembrava bucato, ma a quel punto chi si fidava più

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