Una fiaba… di design
(Silvana d’Angelo, Antonio Marinoni Velluto. Storia di un ladro)

10 aprile 2014

Silvana D’Angelo, Antonio Marinoni, Velluto. Storia di un ladro (Topipittori, 2007, € 16,00). Certi libri non sono solo libri. Ne hanno la forma e forse l’intenzione, ma ne trascendono l’effetto. Velluto. Storia di un ladro racconta di un uomo che si introduce nelle case in cerca di odori che gli ricordino la sua infanzia lontana, probabilmente infelice. Coi sensi felpati di un gatto, cammina nei luoghi vissuti da altri; ricorda il personaggio di Ferro3 – La casa vuota, magnifico film di Kim Ki-Duk, che sapeva girare per le stanze abitate dall’amata e dal marito senza farsi scoprire.



Velluto entra in casa mentre Corinne e Claude cenano con i loro due figli: ci sono le storie che il padre racconta ai bambini, le chiacchiere della cena, le ore tiepide prima di andare a letto.

Velluto annusa le stanze, sente, negli odori, le storie passate; riesce a percepire il sentore della polvere come quello della schiuma da barba.

Ma mentre Velluto si muove di stanza in stanza inseguendo il risvolto emotivo dei profumi della casa, e mentre il lettore lo segue stimolato proprio lì, nel collegamento che ogni odore evocato subito accende nei suoi ricordi personali, le pagine offrono uno spettacolo ipnotico: i disegni di Antonio Marinoni, architetto e illustratore specializzato nei ritratti di interni.

Non ritraggono semplicemente un appartamento parigino con realismo che sfiora la magia: lo fanno inserendo oggetti iconici della storia del design! Chiunque abbia un minimo di dimestichezza col tema si accorge subito che qua e là spuntano belle cose note, la sedia Tulip di Eero Saarinen, la Egg Chair di Arne Jacobsen, la lampada Parola di Gae Aulenti o la tappezzeria Hexagon di David Hicks…

La vista è stimolata quanto l’olfatto e l’occhio si lancia a caccia ai tesori della storia del design, finché una nuova pagina di solo testo risospinge il lettore nei panni del ladro Velluto, con la sua nostalgia per gli odori perduti. In questo rimbalzo dei sensi si arriva in fondo con la sensazione che l’oggetto che chiamiamo libro sia, stavolta, una scatola di illusioni simile al ‘cinématographe’ dei fratelli Lumière, capace di far vedere cose note ma in un modo mai provato prima.

È un libro adatto a qualsiasi età perché raccoglie una verità dei tempi moderni: gli oggetti quotidiani sono le ‘madeleines’ di noi abitanti delle case fortunate di oggi. 

Prima di chiudere Velluto, non perdetevi i risvolti interni della copertina: sono una mappa degli oggetti disseminati nelle pagine, con nome, designer e data di nascita.

P.S. Il 12/4 alle ore 17.30 al Fuorisalone di Casa Facile parlerò della casa nei libri per bambini (Magna Pars, via Tortona 15, Milano). Vi aspetto!

Scritto da: Francesca Magni

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