Silvia Longo Il tempo tagliato
Scritto da: Angelo Di Liberto
Silvia Longo, Il tempo tagliato (Longanesi, 2012, € 12,90, pp. 206). C’è una particolare scansione del tempo in musica. Si chiama “tempo tagliato” e si scrive 2/2 per differenziarlo da quello in 4/4.
È un tempo più semplice perché rende facile la lettura della musica. Si utilizzano valori meno complessi e tempi ritmici più accessibili rispetto al tradizionale 4/4.
Quello del libro di Silvia Longo è un modo di comporre la musica della vita. Di entrare nei vissuti cantati delle esistenze.
Viola e Federico. Un canto e un controcanto coniugale. Lei è il tempo tagliato, lui è un tempo complesso, ragionato, compiuto nell’attimo stesso della sua morte.
Viola ha origini semplici, immagini emotive generose, ereditate dai genitori come fossero gioielli. Dopo ventidue anni di matrimonio ha imparato il silenzio e il ruolo della moglie perfetta. Mai una sbavatura, una chiacchiera di troppo.
Federico è la norma, la superficie, il ritmo di un’esistenza votata alla musica. Dirige e vive solo quando è insieme alla sua orchestra. Fuori da quel luogo della mente è distaccato, distratto e inconsapevole delle vite che gli ruotano intorno.
L’immagine che i due danno di sé descrive la parabola ascendente di un matrimonio impeccabile. Nessuna ombra, nessun pettegolezzo sul loro conto. Eppure hanno costruito una gabbia che ha sbarre trasparenti e che ha finito per soffocare dolcemente le loro vite.
La voce di Viola è il ritmo che mancava. Si è inserita nella scansione esistenziale del marito ma ha dimenticato la propria. Ne è rimasta intrappolata e non ne è più uscita.
Quella voce si leva ancora. Una possibilità. Un concerto in onore di Federico presso il chiostro del duomo di Alba. Un incontro che la segnerà, che traccerà un’insolita linea del tempo.
Il nuovo esecutore è Mauro, così diverso dal marito morto. Mauro è la sincope. In musica la sincope è una figura ritmica che denota un’interruzione del ritmo, inducendo in chi ascolta un effetto di un’intensità variabile, che va dall’angoscia, al disorientamento fino alla sorpresa. E’ un arresto che elimina gli accenti musicali precedenti e conduce Viola alla fuga dal precostituito.
Una corsa contro quel tempo che l’ha sempre asserragliata, vittima sacrificale e consenziente allo stesso modo.
“Te l’ho detto, era la mia vita. Prendere o lasciare. Avevo un posto, un ruolo preciso. Un’utilità. Tutto quello che ho fatto, è stato perché lo avevo scelto, tutto…”.
È la storia di tante donne, troppe. Il cammino culturale e sociale che le ha liberate e rese schiave, ritorna nei silenzi e in quei vuoti di senso che appartengono al quotidiano.
Pessoa dice che:
“la vita è un dimenticarsi continuamente, ma io, in questa mia intensa vita, sono vissuto in me stesso così solitario che non so dimenticarmi, né togliere da me gli occhi dell’anima”.
E così Viola non si è dimenticata. E’ rimasta talmente in se stessa da anelare un Altrove; ha avuto così coscienza della solitudine da inventarsene un’altra in cui rinchiudersi per non soffrire.
Tutti creiamo gabbie con sbarre invisibili sperando che siano sicurezza e identità. Poi arriva il tempo dell’Abbandono, che è entrare in rapporto profondo con la vita.
Che è il tempo dell’identità in noi stessi. Che è un tempo rinnovato, semplice… tagliato.
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Tags: Il tempo tagliato, Longanesi, Silvia Longo
Bellissima recensione. Ho letto Il tempo tagliato e trovo l’interpretazione di Angelo Di Liberto calzante e accurata, così come lo è la scrittura di Silvia Longo. Una recensione musicale, questa, quasi tecnica ma che lascia spazio anche all’emozione data dal leggere un testo come così sussurato e non per questo poco preciso. Volevo però incoraggiare ad avvicinarsi a questa lettura con semplicità. Il tempo tagliato è sì musica ma anche storia di vita, è cura di ogni dettaglio; è amore; è riscatto. Ogni lettore può trovarvi dentro cose di sé e per questo io credo che indossi benissimo il genere in cui è stato relegato: letteratura.
Questo romanzo mi è rimasto dentro a lungo dopo averlo finito: lo stile è poesia in prosa, mutevole e coerente, fragile e salda come la voce della protagonista.
Bellissima la frase di apertura, che porge al lettore una chiave interpretativa; la fuga musicale, spiegata più tardi raccontando un aneddoto sul musicista Bach: “… Gli chiedono di suonare, ci conceda l’onore e la grazia di una fuga, Maestro Bach. Così lui si siede al clavicembalo e sceglie un tema musicale che faccia da spunto… Bach ci ragiona un poco tra sé, e d’un tratto tutto gli diventa chiaro e fluido nella testa, nel cuore, nelle dita… Gli è bastato cercarsi dentro. Il che spiega come mai “ricercare” era, in origine, il termine con cui si indicava la forma della fuga…”; e infatti la fuga di Viola non è soltanto fuga da una situazione, da una vita che è diventata vuota di significato; è soprattutto ricerca di se stessa.
E ciascuno di noi può trovare qualcosa di se stesso in questo libro, come capita quando si legge un’opera scritta con il cuore. Secondo me ne verrebbe fuori uno splendido film.
Bellissima recenzione.Ho letto il libro e mi ha lasciato delle sensazioni molto forti.Lo consiglio.
Errata corrige: recensione.
Silvia è donna geniale,musicista raffinata e delicata, mai “fuoritempo” e nel contempo sempre sospesa in un mondo, che la vede sovrastare con grazia le umane povertà.
In mano sua, e con la sua penna tutto si dipana con semplicità quasi disarmante, nulla diventa scontato e banale ,anzi si carica di una “grazia” realmente unica.
Un libro per chi ha cuore, nel senso più nobile del termine, e per chi pone i sentimenti al di sopra di tutto perchè per difenderli sarebbe disposto a tutto…e dico a tutto.
Un aforisma recita “Il poeta è un uomo che ha ben radicato i suoi piedi sulle nuvole”…o qualcosa di simile, ebbene Silvia è tutto questo. La sua attività la porta a contatto con situazioni quanto mai “terrene” impegni a volte improrogabili , ma la sua Anima , la sa far volare oltre i nembi proiettandola , e quindi proiettandoci oltre la stratosfera dei nostri più reconditi sentimenti.
L’ho letto ed è un libro che mi è piaciuto tantissimo. Non vi succede mai, quando finite un libro, di rigirarvelo tra le mani per godervelo ancora un pochino? A me si e questo è uno di quelli che sicuramente lasciano qualcosa. Leggetelo.
Grazie Fiammetta. Sei riuscita a raggiungermi anche qui.
Quando termino la lettura di un libro che mi è piaciuto tanto mi sento malinconica, come se mi dispiacesse che sia finito e vorrei averne già pronto un altro dello stesso Autore, quasi a continuare quel rapporto di complicità che si crea….. E’ quello che mi è successo anche con “Il tempo tagliato”.
La tua recensione, caro Angelo, me lo ha reso più profondamente comprensibile ed ha creato una empatia ancora maggiore, se possibile, con l’Anima di Viola. Grazie!
Grazie cara Lucia. Il tuo commento mi fa felice. Mi nutro di letteratura e questo libro ne è un esempio valido.
Lieto di esserti stato utile. Continuerò ancora a scrivere di libri conscio che questo mondo sia rappresentabile nella sua metafora conoscitiva: la Letteratura.
“Il tempo tagliato”, credo sia stato il secondo libro che ho letto dopo aver conosciuto il bellissimo gruppo di cui sono fiera di far parte, il primo è stato il tuo Angelo. Ho letto il libro di Silvia due volte, volevo capire fino in fondo il mondo di Viola, cosi lontano dal mio, cosi lontano dal mio modo di vivere la vita a due. Bellissimo libro, ho conosciuto l’anima di Silvia grazie a Viola. La tua recensione poi, me lo fa apprezzare, se possibile, ancora di più.
Vanna ti ringrazio e per diversi motivi.
Grazie per avere apprezzato la recensione e grazie per essere entrata a far parte della comunità dei lettori consapevoli.
Un grazie anche per il mio libro.