dalla carne l’anima
(Daniel Pennac Storia di un corpo)
Daniel Pennac Storia di un corpo (Feltrinelli, 2012, traduzione di Yasmina Melaouah, € 18,00, pp. 341). Astenersi schizzinosi: questo libro non ha peli sulla lingua, è forte, sfrontato e bellissimo per chiunque sia curioso di indagare la natura umana, fatta di carne e istinti. Si tratta del diario che un uomo tiene dai 12 anni fino alla fine dei suoi giorni. Storia di un corpo, come dice il titolo. Quindi aspettatevi di tutto, dolori, umori, orgasmi, funzioni corporali, dita nel naso, la gioia dei muscoli dopo una camminata.
Ma la cosa speciale è che, nel quotidiano rendiconto degli andamenti del corpo – scritto con sana ironia – il diario sprigiona le emozioni di un ragazzino e poi di un uomo, la sofferenza per l’attaccamento difficile alla madre, l’infanzia cupa, i palpiti dell’amore, i cedimenti della vecchiaia. È curioso (o è solo normale?) vedere che proprio nella carne si rivela l’anima. «Se descrivo esattamente tutto quello che provo, il mio diario sarà un ambasciatore tra la mente e il corpo. Sarà il traduttore delle mie sensazioni», dice a pagina 29.
Storia di un corpo è di quelle letture che ti cambiano: dopo, ti osservi in modo più attento. E che bello, per le lettrici donne, questo viaggio nella più intima natura maschile! Quella di padri, mariti, figli, che qui scopriamo “visti da dentro”.
P.S. Mi chiedevo, poco tempo fa, parlando dell’ultimo romanzo di Paolo Giordano, cosa si sarebbe potuto scrivere in un romanzo dal titolo Il corpo umano. Ecco, Storia di un corpo è una delle infinite possibili risposte…
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Tags: Daniel Pennac, Feltrinelli, Storia di un corpo
Lo voglio, adoro Pennac. Sarà sicuramente una delle mie prossime letture. La sua ironia riesce sempre a rivalutare le debolezze e le imperfezioni umane. Mi riconcilia con il mio essere umana, quindi teneramente, amabilmente fallibile.
Cara Francesca,
proprio oggi leggevo su LaLettura un commento al libro di Pennac da parte di D’Orrico https://lettura.corriere.it/books/storia-di-un-corpo/. Il voto era “non più di 2″
Fra l’altro, proprio sotto c’è un bel 9 al libro di Paolo Giordano! Certo tu e D’Orrico siete in gran sintonia 😉
Invece questo libro mi interessa perché, proprio ora che faccio i conti con i veri cedimenti del mio corpo e soprattutto per una parte del corpo che ho sempre considerato importantissima – gli occhi- , mi confronto con la me stessa giovane che non ha mai avuto problemi di vista ma ha sempre considerato normale vedere benissimo. E’ un libro adatto alla nostra età, ecco!
Condivido di rado i commenti di D’Orrico. Su Giordano non mi stupisce, D’Orrico è sempre dalla parte dei forti, maschi di preferenza. Avrei scommesso sul suo 9 a Paolo Giordano senza averne letto nemmeno una riga…
Consigliatomi anche da una mia paziente (buffo che mi parlava proprio di questo libro mentre faceva fisioterapia ad gomito fratturato), l’ho letto un po’ a rallentatore. Non immediato per chi ama una vera e propria trama, è comunque “educativo” e fa riflettere molto. Il nostro corpo, pur non essendo la parte fondamentale del “noi” è il nostro biglietto da visita per il mondo.
E finchè funziona tutto perfettamente non ci badiamo granchè, ma eccolo diventare protagonista ogniqualvolta si “rompe” qualche pezzo. Vivamente consigliato a chi “lavora” sul corpo.
Sono contenta che abbia incontrato l’interesse di una persona che fa il tuo lavoro! Il corpo è importante. Secondo me è anche molto più del nostro biglietto da visita. E’ la nostra cultura che tende o a svalutarlo, in favore dell’intelletto, o a farne oggetto di un culto puramente estetico. Il nostro corpo invece è sostanza di noi, i suoi mali ci parlano molto più di quanto siamo capaci di cogliere. Corpo e anima sono inscindibili, mi piace pensare che un libro come questo aiuti a riconsiderarli nel loro tutt’uno.
A proposito, Monica, ma il libro di Agassi l’hai letto? Io lo sto finendo ora, moooolto in ritardo: decine di persone mi hanno detto che merita ed è così. Ne parlerò presto. Anche quello riguarda in parte il corpo, e sono certa che ti piacerebbe… Ciao!
Ho appena terminato la lettura di questo “diverso” Pennac.Mi permetto di sottolineare che è piuttosto riduttivo ridurre il testo ad una conoscenza del corpo umano. Caso mai all’attenzione sul come e quanto la percezione che ne abbiamo condizioni e determini l’esistenza. Dice bene la recensione quando parla di un’anima raccontata attraverso il corpo. E’ una grande intuizione, dissacrante, direi, in quanto noi tutti, ipocondriaci a parte, tendiamo a sorvolare sugli aspetti meta/fisici che il linguaggio della carne, ossa sangue rappresentano- E’ una vita raccontata così, dal punto di vista della fisicità cui non difetta la strettissima connessione con la psiche- Ed è altrettanto bella l’intuizione di trasmettere la propria esistenza in questo modo, alla propria figlia… carne della propria carne. Un gran libro, un grande Pennac Donatella longo