e se i vecchi si mettessero a vivere insieme?
(Barbara Constantine E poi Paulette…)
Barbara Constantine E poi Paulette… (Einaudi, 2012, traduzione di Margherita Botto, € 17,00, pp. 217). È dai tempi in cui mia nonna ha avuto bisogno di una badante che penso a come sarebbe bello se gli anziani, anziché avvinghiarsi alla loro casa, decidessero di vivere con altri come loro. Questo libro mi ha conquistata perché racconta proprio una storia così.
Ha il tono di una favola, ma i vecchietti sono autentici, con bizzarrie, difetti e virtù. E senza quel po’ di egoismo che si annida nelle vecchiaie inacidite. La storia è agrodolce ma anche allegra, buffa e rasserenante. E riesce ad affronta un tema cruciale come la capacità di parlarsi fra generazioni. Ci sono vecchietti, infatti, ma anche bambini e giovani donne (e uomini). Ci sono tutte le sfumature delle relazioni in un contesto di paese che ricorda certe commedie francesi a lieto fine.
Barbara Constantine, che già avevo molto apprezzato in Tom piccolo Tom, è capace di scrivere storie che fanno pensare e sperare. In questo caso sperare che a qualcuno venga voglia di fare come questi vecchietti…
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P.S. Bellissima la copertina, rende alla perfezione!
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Scritto da: Francesca Magni
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Tags: Barbara Constantine, E poi Paulette…, Einaudi
Mi ricorda l’idea di un film “The best exotic Marigold Hotel” passato quasi inosservato ma delizioso e con un cast stellare (Tom Wilkinson, Judi Dench, Maggie Smith…) in cui un gruppo di anziani sceglieva di vivere insieme la loro terza età. Leggerò il libro, consiglio il film, davvero poetico e interpretato magistralmente. Viviana
Grazie del consiglio, Viviana! Cercherò il film… e lo regalerò
Gent.ma Francesca, non sono d’accordo con le sue affermazioni. Gli anziani si avvinghiano alla loro casa??? E perchè no? A lei piacerebbe che raggiunta una determinata età, per la quale secondo i suoi famigliari, lei venga reputata non più idonea ad abitare la propria casa la depositassero in una casa di riposo, che le garantisco, anche per le migliori strutture, è un parcheggio? Collaboro come volontaria animatrice in una grande e bella casa di riposo della mia città e uno dei miei amatissimi compiti è proprio quello di “chiaccherare” con gli ospiti, le garantisco che le persone ancora autonome (ma anche quelle che non lo sono più) pagherebbero pur di poter tornare tra le loro amate 4 mura. Non liberiamoci la coscienza dicendo che gli anziani devono stare tra di loro, devono continuare la loro vita e stare con tutti quelli con cui desiderano stare, altrimenti diventa razzismo e discriminazione!
Grazie comunque per tutti i bei libri consigliati, chiaramente anche “E poi Paulette…” entrerà nella mia piccola biblioteca.
La saluto cordialmente.
Lorenza
Cara Lorenza, ho difeso fino alla fine il diritto di mia nonna di stare fra le sue quattro mura e ogni volta che ho potuto le ho fatto compagnia. Quello che volevo dire, e che forse non ho spiegato bene, è che penso esista un’alternativa alla vecchiaia in solitudine con badante in casa propria e alla casa di riposo/parcheggio, unici due destini contemplati oggi nel nostro Paese per chi invecchia. Li trovo entrambi tristi e privi di fantasia. Mia suocera, che è una donna giovane, vitale e ben lontana da questi scenari, dice che con amici ogni tanto fantasticano di mettersi a vivere insieme, un giorno, quando inizieranno a capire di avere bisogno di compagnia, di mutuo soccorso. Un gruppo di vecchietti amici. Persone capaci di uscire dal bozzolo, ancora disposte a mettersi in gioco e propense a infrangere quel muro di individualismo che ci accompagna come una corazza e che, nella vecchiaia, ci condanna a solitudini incancrenite. Ecco cosa sogno. Prima di tutto per me. Vorrei, nell’ultimo scorcio della vita, avere il coraggio di aprirmi, anziché chiudermi, di trovare modi diversi dell’abitare. Dimensioni del convivere nuove (anche in Italia inizia a diffondersi il cohousing…) che non si limitino al piccolo nucleo familiare – sempre più piccolo in tempi di famiglie con figli unici o di single – ma cerchino nell’altro un prossimo che può essere davvero prossimo, magari più amico, più vicino e comprensivo persino di un parente.
P.S. per Lorenza: se legge il libro, poi sono curiosa di sapere cosa ne pensa
Certo, l’ho già ordinato e come tutti i libri consigliati da lei, non vedo l’ora che arrivi. A presto.
Grazie della fiducia, Lorenza. E dei suoi commenti. A presto
Mia nonna nell’ultimo periodo della sua vita, ammalata e bisognosa di assistenza, è stata sballottata da una famiglia all’altra (in casa dei suoi figli che a turno si prendevano cura di lei…) per poi morire all’ospedale tra immani sofferenze. E la cosa di cui sempre si lamentava era di essere stata strappata dalla sua casa, dalle sue cose, dal luogo dove aveva cresciuto 6 figli, visto suo marito morire, accudito nipoti come una seconda mamma.
Credo che alla fine, quando i figli se ne vanno, resti vedova/o, il dolore più grande sia che ti vengano strappate anche le radici. La casa, il luogo dove si è svolta tutta la tua vita, dove sono racchiusi tutti i ricordi belli e brutti di quello che hai costruito. Certo, anche la solitudine, l’abbandono (perchè di questo spesso si tratta…) sono altrettanto tremendi e dolorosi.
Personalmente penso che l’unione di diverse solitudini, il confronto con altre persone, il contatto umano, sia sempre positivo piuttosto che il contatto con quattro fredde e vuote mura… nonostante tutti i ricordi che racchiudono. I ricordi rimangono sempre custoditi nel cuore. Credo che la scelta di condividere casa con altre persone sole, sia una cosa bellissima purchè scelta consapevole, libera e non imposta da chi, haimè, spesso, intende solo liberarsi di un peso… purtroppo!
Gent.ma Francesca, ho finalmente letto E poi Paulette… l’ho chiaramente trovato bellissimo, ma purtroppo anche utopistico, irrealizzabile, un bel romanzo in cui entrare, ma giusto per il tempo della lettura, che lascia tanti buoni propositi nella testa e che lì rimarranno purtroppo. Lo leggerò comunque agli ospiti della casa di riposo presso la quale presto servizio come volontaria e raccoglierò le loro opinioni e se le farà piacere gliele invierò.
Adesso metto in lista L’ultima fuggitiva di T. Chevalier, La ragazza con l’orecchino di perla l’ho adorato e divorato.
Grazie per i preziosi consigli…anch’io sbircio sempre cosa leggono le persone intorno a me e a volte se la mia vista non tira a sufficienza, chiedo anche!
Buona serata.
Lorenza
Cara Lorenza, è sempre l’utopia che muove il mondo. È l’utopia il motore dei grandi cambiamenti. Forse un giorno tu e io vivremo una vecchiaia come quella del romanzo. O almeno ne avremo accarezzato l’idea e i nostri figli ci avranno sentito sognarla… Un’idea nuova che inizia a volare per l’aria, come il polline portato dagli insetti. È così che si propagano i cambiamenti di mentalità. Lenti, ma arrivano. Sono convinta che questo tema della vecchiaia in un mondo con aspettativa di vita tanto lunga, dovrà per forza trovare nuovi modi di essere affrontato. Ti sono grata per averlo letto e aver condiviso il tuo pensiero. Ed è bellissimo che tu lo legga agli ospiti della casa di riposo, spero allieti il loro tempo!
Di Tracy Chevalier ho amato molto “La ragazza con l’orecchino di perla” ma non sono riuscita a leggere i successivi, trovavo che non avessero lo stesso incanto. Mi dirai di questo, allora. A presto, amica lettrice!