un romanzo che ti accarezza
come un bagno caldo
(Audur Ava Ólafsdóttir Rosa candida)

6 agosto 2012

Audur Ava Ólafsdóttir Rosa candida (Einaudi, 2012, traduzione di Stefano Rosatti, € 17,00, pp. 206). Ci sono libri in cui si vuole correre verso la fine e altri in cui si assapora ogni singola riga. Questo è del secondo tipo. È romantico. È delicato. Racconta una storia fiabesca ma piena di sentimenti autentici. Si versa qualche lacrima, quando Lobbi, protagonista e voce narrante, racconta della madre morta in un incidente fra i campi di lava d’Islanda. Ci si intenerisce quando l’anziano padre di Lobbi cucina per lui e per il suo gemello 22enne autistico. Ci si appassiona al muschio islandese quando Lobbi descrive la terra da cui viene. Si sente profumo di rose, quelle a otto petali che il ragazzo tiene nello zaino viaggiando verso il leggendario roseto del Nord Europa di cui ha chiesto di prendersi cura. Il roseto è accanto a un monastero nel cuore di un paese piccolo piccolo dove si vive di cose piccole e di tempi lenti, dove la gente spia gli sconosciuti da dietro le tendine delle finestre ma si intenerisce quando arrivano Anna e Flóra Sól, la bimba nata da una sbadata mezza notte di sesso occasionale.

Flóra Sól ha dieci mesi e una bellezza bionda, paffuta e radiosa. Sembra di sentire sotto le dita le due sue guance di latte mentre le vicine di casa la aspettano quando torna dalla passeggiata e i frati giocano con lei nel roseto. Si fa il tifo perché fra Lobbi e Anna nasca un vero amore. Si ridacchia quando padre Tommaso, cinefilo, impartisce lezioni di vita citando non la Bibbia ma film d’autore. Ci si innamora di Lobbi, ragazzo che cerca di diventare uomo. E non ci si deve aspettare un finale scontato, perché non c’è. Si chiude il libro contenti di averlo letto, sentendosi più freschi e morbidi, come dopo un bagno caldo o una crema profumata.

Se la letteratura è, come diceva Aldo Palazzeschi, «vita non vissuta», questo è un pezzetto di vita che vale la pena “vivere” nel tempo della lettura.

P.S. L’impronunciabile nome dell’autore è quello di una scrittrice classe 1958 nata a Reykjavik. Inutile dire che il suo romanzo, bestseller in Francia grazie al passaparola, fa venire voglia di partire per l’Islanda. E di dedicarsi alle rose e ai fiori anche se (come me) non si ha per niente il pollice verde…

Scritto da: Francesca Magni

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come un bagno caldo
(Audur Ava Ólafsdóttir Rosa candida)”


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