l’infanzia di ognuno di noi
(Rumer Godden Il fiume)

7 marzo 2012

Rumer Godden, Il fiume (Bompiani, 2012, traduzione di Valeria Parrella, € 16,00, pp. 168). Rumer Godden è una scrittrice inglese morta nel 1998 a 80 anni. Ha scritto 60 romanzi per adulti e bambini. Il fiume torna ora in libreria. Quando ho finito di leggerlo ho desiderato regalarlo a mia sorella. Perché parla dell’infanzia. Dell’infanzia in quel punto in cui la si sente virare verso l’adolescenza (“Perché all’improvviso voglio essere bella?” si chiese Harriet, e non sapeva rispondersi). Dello stupore di crescere (“E io cosa sarò?” si chiede Harriett,  “Sarai quello che sei, è inevitabile”, risponde Nan, la governante). Della paura (“È troppo difficile essere una persona. Non soltanto devi continuare ad andare  avanti. Bisogna anche essere grandi”). Del senso di contraddizione che ci assale fin dai primi anni (“Allora in tutte le cose c’è un po’ di verità?”).

“La fine inizia” scrive in una poesia la piccola Harriet, che vive con con la famiglia inglese, la sorella maggiore Bea, il fratello Bogey e la piccola Victoria, sulle rive del Gange. Nei campi che producono juta, la sua casa è circondata da un giardino rosso di le stelle di Natale e blu di plumbaghi (la descrizione a pagina 35 è meravigliosa, gli anni trascorsi da Rumer Godden in India si travasano qui in pieno), dove fa il nido il colibrì e si nasconde il cobra assassino, al confine con il fiume che, come i giorni, scorre senza che lo si possa fermare. Succedono cose tenere e dolorose, dialoghi che spremono il senso della vita e le sue stranezze come le vedono i bambini. E in 142 pagine sembra che sia detto tutto. Di rado lo scrivo con tanta decisione: un libro bellissimo, tradotto d’incanto da Valeria Parrella.

Scritto da: Francesca Magni

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(Rumer Godden Il fiume)”


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