un giallo dal tocco rosa
(Claudia Piñeiro Betibù)

11 gennaio 2012

Claudia Piñeiro, Betibù (Feltrinelli, 2012, traduzione di Pino Cacucci, € 17,00, pp. 301). Ricordando l’incipit fulminante di Tua, il precedente giallo psicologico della scrittirce argentina Claudia Piñeiro, ho trovato un po’ lento l’inizio di Betibù. Ma basta tener duro per una quarantina di pagine. È il tempo necessario per presentare i personaggi: Nurit Iscar (detta Betibù per la somiglianza con Betty Boop), giallista in crisi spedita sul luogo di un delitto per scriverne la cronaca romanzata; Jaime Brena ex capo della nera in conflitto con il direttore del quotidiano in cui lavora; e il giovane redattore della cronaca, digiuno del lavoro su strada ma abilissimo con Google. Il terzetto finisce per svelare il mistero di un omicidio che in realtà è la punta dell’iceberg di una serie di delitti a catena nati da un male radicato nel passato. Nel finale c’è anche un colpo di scena e un passaggio ambiguo, come ambigua è sempre la definizione della verità e della colpa.

Ma la vera bellezza di questo romanzo trascende questi dettagli e sta nell’insieme: c’è una particolare sensibilità (femminile?) nel descrivere certe relazioni extraconiugali o certe amicizie, c’è un tocco magico nel creare ambienti che diventano subito familiari e che ti porti appresso anche quando non stai leggendo. Ci sono ironia e scene esilaranti (al capitolo 22 una memorabile serata–verità mentre i protagonisti fumano uno spinello) insieme a riflessioni serie sul senso del crimine e sulla responsabilità etica dei giornalisti di cronaca. Quanto basta per non avere nessuna voglia di chiudere questo romanzo. Se ha un difetto, è che finisce in fretta.

Scritto da: Francesca Magni

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(Claudia Piñeiro Betibù)”


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