un giallo atipico: L’uomo che amava i cani
di Leonardo Padura Fuentes

30 dicembre 2011
Scritto da: Adele

Un giallo atipico L’uomo che amava i cani (Marco Tropea Editore 2010) scritto dal cubano Leonardo Padura Fuentes: dalla prima pagina conosciamo assassino, vittima e movente. La vittima è Lev Trotskij, assassinato da Ramon Mercader su ordine di Stalin, nell’agosto del 1940 in Messico. Tutto chiaro sin dall’inizio. Eppure il libro è appassionante, struggente nel descrivere le ragioni storiche e politiche che portarono a quel gesto, amaro nel raccontare la disillusione di chi ha creduto nella rivoluzione del popolo.
L’uomo che amava i cani parte al rallentatore, come un vecchio motore diesel. Poi, pagina dopo pagina è un crescendo di informazioni politiche e storiche. Come ogni thriller che si rispetti aumenta la tensione verso il momento dell’incontro fra vittima e carnefice, mese dopo mese conosciamo le ragioni politiche e le storie personali di ognuno dei protagonisti.
Seguiamo Lev Trotskij espulso dall’Unione Sovietica girare in esilio Turchia, Francia, Norvegia e Messico. Ne ascoltiamo le ragioni, ne conosciamo la vita, scopriamo il destino fatale degli amici più cari e dei suoi figli.
I capitoli dedicati a Trotskij si incrociano a quelli con protagonista Ramon Mercader, che vediamo crescere in una famiglia borghese spagnola, partecipare alla guerra civile spagnola, coltivare il suo comunismo e la adesione totale a Stalin, venire addestrato come “Soldato 13” nei campi russi del KGB nella attesa totalizzante del momento che lo renderà EROE dell’Unione Sovietica. La realtà sarà molto meno epica e grandiosa, la psicologia dei personaggi molto più ricca di sfumature, sentimenti, paure, rimorsi, solitudini e consapevolezze, inganni e sensi di colpa.
Un terzo personaggio fungerà da cassa di risonanza dei fatti avvenuti nel 1940: Ivan, veterinario cubano con ambizioni letterarie, che incontrerà su una spiaggia di Cuba nel 1977 un enigmatico personaggio con i suoi magnifici cani borzoi. La storia di Cuba, il fallimenti di un’utopia alla quale Ivan aveva partecipato e fortemente creduto, andranno di pari passo con il racconto di disincanti e frustrazioni di Ramon Mercader.
Tre personaggi, tre storie, un punto in comune: l’amore per i cani, in particolar modo i borzoi, levrieri russi che furono i cani più amati dagli Zar.
Un libro struggente, complesso, pieno di notizie storiche e di ricostruzioni veritiere e pervaso da una disillusione cupa. Padura Fuentes ha una scrittura coinvolgente e trascinante, scava con attenzione nella psicologia dei personaggi, delinea precisamente pulsioni e tentennamenti, pensieri e modi di agire. Peccato che l’edizione Tropea, poco curata, non renda pienamente merito a questo scrittore cubano del quale, senza dubbio, leggerò altri libri.

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