scrivere, leggere, vendere libri:
una poesia di Felix Dahn

6 novembre 2011
Scritto da: Sara

Scrivere un libro è facile
occorrono soltanto
una penna, l’inchiostro e la carta
la quale con pazienza subisce qualunque sopruso.

Stampare libri
è già più difficile
perché spesso il genio s’esprime
con illeggibile calligrafia.

Leggere libri
è ancora più difficile
a causa della minaccia del sonno.

Ma vendere un libro
è il compito più arduo
al quale un essere umano
possa dedicarsi.

Cosa ne dite di questa poesia? L’ho letta per la prima volta la scorsa settimana: era scritta su un pezzo di carta attaccato alla vetrina di una libreria. Mi è sembrata così carina e semplice che, in tutta fretta, me la sono copiata sul cellulare e poi, una volta a casa, ho fatto una ricerca e ho scoperto che il suo autore si chiama Felix Dahn, è nato nel 1834 ad Amburgo e di professione era un esperto giurista, conosciuto a livello internazionale. La letteratura, però, era la sua passione e questa poesia mi sembra proprio una dichiarazione d’amore! In poche parole fa un’analisi così precisa e straordinariamente calzante del mondo che ruota intorno ai libri, da lasciare a bocca aperta. Io, personalmente, non sarei mai stata in grado di sintetizzare in una poesia tutte le azioni che si compiono attorno a un libro e, più la rileggo, più mi sembra incredibilmente attuale. Come si può non essere dalla parte di quei pazientissimi librai che ascoltano ogni nostra rich
iesta con un sorriso e cercano di darci dei buoni consigli per trovare “il libro della vita”, di cui abbiamo assolutamente bisogno quando siamo in crisi di astinenza dalla lettura di una storia bellissima? Riuscire a capire i gusti letterari di una persona è davvero difficile e, quindi, penso che vendere libri sia davvero “il compito più arduo al quale un essere umano possa dedicarsi”. L’unica affermazione su cui non sono molto d’accordo è la prima: credo proprio che scrivere un libro sia tutt’altro che semplice! Tuttavia, sono convinta che anche il signor Dahn lo pensasse, in fondo: anche lui era uno scrittore e, quindi, era ben consapevole di tutti i “soprusi” che la carta “con pazienza subisce”, a forza di correzioni e ripensamenti!

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una poesia di Felix Dahn”


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