mistero e assurdo
(Yeoshua Kenaz Appartamento con ingresso nel cortile)

14 ottobre 2011

Scritto da: Mara Marantonio www.angolodimara.com

Yeoshua Kenaz, Appartamento con ingresso nel cortile (Giuntina, traduzione di Elena Lowenthal, 2011, € 15,00). Nove racconti, tanti temi, ricchi di sfaccettature e colori. Nella scrittura di Yehoshua Kenaz c’è profonda empatia verso i personaggi incontrati, descritti con precisione affettuosa anche in aspetti poco appariscenti, ma non per questo meno veri. Pensiamo alla ritrosia del piccolo Krieger (nell’ultimo quadro, “Spettacolo diurno”) di fronte al tentativo di abbracciarlo da parte della nonna in carrozzella. Le vicende si svolgono in momenti storici diversi: dall’Israele austero dei primi tempi di fondazione dello Stato, alla primavera 1977 – allorché Itzhak Rabin si dimise da Primo Ministro per irregolarità burocratico/finanziarie imputabili alla moglie Leah – all’oggi. Talora l’epoca non è precisata, forse a dimostrazione di quanto la nostra parabola esistenziale possa prescindere da coordinate temporali. E, inevitabile, i quadri con unità di tempo si intrecciano tra loro, come pure i personaggi. Ritornano i temi cari all’Autore israeliano – che predilige come ambito in cui narrare le sue storie ambienti piccoli, come le case di riposo o i condomini – la vecchiaia, per esempio. Questo tabù dei nostri tempi, dominati peraltro da gerontocrazie impegnate a nascondere le rughe con grotteschi ed inutili processi di restyling. “La vecchiaia” afferma Kenaz “è una metafora dell’esistenza, per una visione non ottimistica della vita, che è un viaggio verso l’altro”. Nella vecchiaia, tutti i problemi diventano più drammatici e “Penso che il mondo in cui questi anziani sono chiusi è la restrizione mentale in cui viviamo”. Paradossi della vita, quadretti assurdi e drammatici: situazioni e sentimenti che, in misura diversa tutti noi abbiamo vissuto, come in “Stanza n. 10″, il quarto racconto. Chi, specie negli anni passati, non si è trovato di fronte a un medico come quello ivi descritto: “..giovane e basso…gli occhi dal colore vago, piccoli e sospettosi”? Chi non ha provato angoscia e sentimento di ribellione vana qua
ndo questi “…si mise a scrivere. Poi…piegò [il foglio], lo mise in una busta, passò la lingua sulle strisce di colla e la chiuse…senza dire nulla consegnò la busta al figlio”? Poi c’è la solitudine, dei singoli e dei gruppi. A volte ci si trova all’interno di un vero e proprio mondo kafkiano, nel quale spesso un destino amaro e crudele pare incombere su tutto e tutti. Tuttavia il tono è lieve, mai disperante, l’A. ha un lieve sorriso sulle labbra, ci fa ridere di tutto cuore e riflettere, poiché consapevole di quanto la vita sia paradossale. Sospesa tra Mistero e Assurdo, ma anche capace di contenerli entrambi.

Post letto 118 volte
Tags: , , , , ,


Scrivi un commento



*




Segui questo link per ricevere nuovi post dal blog!