il zampirone

11 agosto 2011

o

Torpore estivo, sere lente nella casa col giardino, piano terra, piano nobile, mansarda ex solaio, anni Cinquanta, vetrocemento, il balcone con le fioriere di ferro incorporate, un liquidambar che entra dalla finestra della cucina e in autunno è rosso, ma d’estate è torpido e lento anche lui. «Prendiamo il gelato?» dice la nonna golosa, e mi manda al Caffè Commercio, prima di cena, a comprare la vaschetta, «Panna Algida, mi raccomando!». Lo scodelliamo affogato nel marsala, dopo cena, attorno al tavolo di fòrmica nel silenzio dei grilli e delle cicale che all’imbrunire, finalmente, si tacciono. L’atmosfera vira al bianco e nero, la tv lancia il bagliore azzurrognolo sulla cucina e tutto rallenta, i colori si palcano, nelle sere d’estate a casa della nonna. Solo in bagno, in fondo al corridoio, la lucina dello specchio ha il permesso di restare accesa,  inorgoglita di quel po’ di luce gialla che ancora fa filtrare sul resto della casa. La nonna fa il bis di gelato e poi va a dormire, infila il pigiama, I gesti li sa a memoria, si muove come un gatto nella penombra sempre più ombra. Resto a sciacquare le coppette del gelato sotto i titoli di coda del film, vecchio film in bianco e nero che profuma di sera d’estate e di zampirone. «Buonanotte e non accendere la luce, che arrivano le zanzare!». Non è mai una buonanotte semplice, d’estate: c’è sempre il monito delle zanzare. Dal davanzale della finestra in cucina, quello in marmo beige anni Cinquanta, si alza fumo di piretro e poi si posa, spirale incenerita, sul piattino giallo trasparente del servizio infrangibile. Spengo tutto e raggiungo la mia stanza, inciampo immancabilmente, dai gatti non ho preso niente. Però le zanzare non mi pungono. «Hai spento il zampirone?» grida la nonna con la voce coricata nel letto. Sì, nonna, tranquilla, e sorrido nel buio. Meno male che c’è, il zampirone e chissà chi l’ha inventato. Lo scopro oggi, troppi anni dopo, la nonna non c’è più, il lento torpore estivo neanche, né i bolli sulle gambe per colpa degli spigoli inciampati al buio, né la spirale che si consuma sul piattino trasparente – non ne fanno più, di quel tipo di piatti; anche di zampironi ne fanno meno, ci sono le spine elettriche che sudano veleno e finto profumo. Però in questa sera d’estate senza la dolcezza struggente del bianco e nero di allora, un libro mi torna in mano con una risposta tardiva: Giovan Battista Zampironi, di Mestre, farmacista, inventava il noto insettifugo nel 1862, bruciando il crisantemo cinerarifolium che contiene, nei pistilli, la polvere di piretro di colore verde. Lo racconta Andrea Valente in Cervelloni d’Italia, divertentissimo:  le storie di 80 italiani che dal 1861 al 1961 hanno compiuto qualche impresa meritevole. La nonna sarebbe stata contenta di conoscere l’ignoto eroe delle sue sere d’estate, e chissà, forse l’avremmo convinta a onorarlo con l’articolo “lo”.

o

Scritto da: Francesca Magni

o

Andrea Valente, Cervelloni d’Italia (Gallucci, 2010, € 12,00): “le cose che un tempo non c’erano e adesso ci sono” e gli inventori-eroi del quotidiano: Paola Lombroso che nel 1908 crea Il Corriere dei Piccoli; Piero Puricelli che nel 1924 ha l’idea dell’autostrada; Giorgio Sisini che nel 1932 fonda la Settimana Enigmistica… Un libro da raccontare ai bambini e da regalare ai nonni – non prima, però, di averlo letto.

o

Post letto 676 volte
Tags: , , , ,

4 commenti a “il zampirone”


Scrivi un commento



*




Segui questo link per ricevere nuovi post dal blog!