lettrici (e altre donne) in mostra

3 maggio 2011

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La riproduzione non può rendere quello che si prova – o almeno quello che io ho provato – davanti a quest’opera di Gerhard Richter (Lesende – Reading, 1994), a me sconosciuto pittore tedesco nato nel 1932. Sembra una foto, avrei giurato lo fosse finché mi sono avvicinata per intuire la tela. Questa donna legge, e più di ogni altro dipinto nella sala (c’è anche un Matisse) è ogni donna che legge, in piedi, noncurante della posizione, del corpo, del fuori. Penultima sala di una mostra che ho trovato bellissima: si intitola “Heroínas” e  attraversa secoli e mondi correndo su quadri e qualche foto uniti da un tema: le donne. In Italia di mostre così non se ne fanno; ricordo un tentativo mal riuscito di mostra a tema, Gli impressionisti e la Senna, a Brescia, Santa Giulia, ci portai i bambini, erano piccolissimi ma abituati, basta raccontarglielo e per loro un quadro è una storia, però alla ventesima tela in cui dicevo guarda!, un fiume, guarda!, una barca… abbiamo rinunciato.

Qui è diverso, il tema è un pretesto intelligente per una scorribanda artistica e anche simbolica. Eroine si chiama la mostra, e del femminile coglie ogni aspetto: solas, le donne sole con cui si apre, c’è un famoso Edward Hopper, la donna  solitaia nella stanza di albergo; cariátides che portano qualcosa o lavorano nei campi, c’è La aguadora di Francisco Goya che rapisce gli sguardi; ménades che ballano e baccanti sfrenate, atletas che tirano d’arco e una Diana cacciatrice di Rubens; donne acorazadas avvolte in armature come le valchirie o come noi, spesso non viste ma davvero; magas, mártires, pintoras, bellissima la grande tela di Marie Bashkirtseff (1881) che ritrae molte donne a imparare nello studio di un pittore; e ancora misticas, raccontate dalle fotografie visionarie di artiste giovanissime; e infine lectoras: c’è una litografia di Goya più piccola di un foglio di quaderno che in bianco e nero parla di una madre che legge per i suoi due bambini; e c’è Gerhard Richter che mi rapisce, chissà esattamente perché.

mmm

[La mostra Heroínas è per metà al al Museo Thyssen-Bornemisza di e metà alla Fundacion Caja de Madrid, dieci minuti a piedi un posto dall’altro, lo scopri all’ultima sala della prima parte e non corri subito a vedere l’altra].

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