uscita di sicurezza
(Amélie Nothomb Une forme de vie)

13 gennaio 2011

Scritto da: Marco
Amélie Nothomb, Une forme de vie (Albin Michel, € 15,90). Ho visto il libro in bella mostra in una delle tante librerie francesi, uscito da un paio di settimane e già in testa alle classifiche. Ero tentato di non comprarlo perché era una di quelle edizioni cicciottelle alla best seller americano a cui invece preferisco le edizioni economiche. Stesso contenuto, ma dimensioni ridotte: ho sempre idea che il libro sia migliore quando è più raccolto.  Alla fine però l’ho sfogliato e l’incipit del libro mi ha subito preso. È la storia di una corrispondenza tra l’autrice e un soldato americano in Iraq, che piano piano spiega ad Amélie la sua strana malattia da fronte di guerra, che non svelo ma si può trovare in una qualsiasi recensione su internet.
A tratti pesante questo libro, però Amélie inserisce delle chicche fenomenali come quando sull’aereo in atterraggio negli USA decide di mettere tutte le crocette sul sì alle domande del modulo di immigrazione: “sei una terrosista?”, “porti armi chimiche o di distruzione di massa con te?”, per vedere l’effetto che fa.
Però quello che rimane del libro è l’uscita di sicurezza. Amélie chiede a se stessa perché scrive e si risponde “se scrivi ogni giorno della tua vita come una posseduta, è perché tu hai bisogno di un’uscita di sicurezza. Essere scrittrice per te significa cercare disperatamente la porta di quell’uscita”. Dedicato a chi scrive e non smette di cercare l’uscita di sicurezza.

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(Amélie Nothomb Une forme de vie)”


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