autopsia di un matrimonio
(Claudia Piñeiro Tua)
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Non ho mai avuto troppa passione per i gialli, i thriller, i noir e qualunque storia di delitti e crudeltà. Come diceva Flannery O’Connor, per il male basta la realtà, non c’è bisogno della letteratura. Tuttavia ammetto che i gialli, come i videogiochi, hanno il salutare potere di distrarti proprio dalla realtà, quando essa lo richiede. Quando ne leggo, è per necessità di far vagare la mente in luoghi non sospetti, ove abbia certezza di non trovare specchi rivelatori né pungoli sapienti. Eppure qualche volta questo può succedere anche con un giallo. È il caso di Tua (Feltrinelli, 2010, traduzione di Michela Finassi Parolo, € 10,00), della scrittrice argentina Claudia Piñeiro, classe 1960, drammaturga e romanziera affermata in Sudamerica. Tua non è un giallo classico perché come è morta Alicia Soria lo vediamo con i nostri occhi nel primo capitolo, o meglio, con gli occhi di Inés che ci racconta quasi l’intera storia. Eppure è un giallo, senz’altro uno psico-giallo e si resta col fiato sospeso fino alla fine. Ma partiamo dall’inizio, perché è dall’inizio che questo libro ti inchioda – si rischia di leggerlo camminando – perché è scritto con ironia salace dalla prima all’ultima riga.
Inés, casalinga puntigliosa e moglie devota, sospetta che Ernesto la tradisca; ne ha la conferma quando trova dei messaggi scritti col rossetto e firmati “Tua”. Una sera lo segue in un parco dove l’amante, preda della disperazione, l’ha supplicato di raggiungerla. Sotto una pioggia torrenziale Inés vede il marito e Tua, ovvero Alicia Soria, ovvero la di lui segretaria, litigare con furia e Ernesto spintonarla facendola fatalmente battere su un sasso. Inés comincia a tramare per salvare il marito, fedifrago è vero, ma pur sempre suo e forse un po’ imbranato come tanti uomini. Inés gli procura un alibi e con astuzia se lo lega stretto stretto, ora sono uniti in una verità che nessuno dei due può raccontare. Ma indagando sulla morta, Inés scopre l’esistenza di Charo, nipote di Alicia, e quello che sembrava un triangolo diventa un quadrilatero e quello che sembrava un marito poco appassionato ma remissivo si rivela un uomo scaltro e determinato e quella che sembrava una donna innamorata del marito si rivela una moglie pronta a uccidere pur di restare moglie. Questo psico-thriller pieno di sagacia e dal finale inatteso riesce a intrufolarsi nella camera da letto di molte famiglie normali (sullo sfondo, la solitudine della figlia adolescente Lali e un dramma che non vi rivelo) e a fotografare una verità di molte coppie che trascende l’amore, l’onore e ogni altro dignitoso sentimento: «Dopo vent’anni, il matrimonio smette di essere quello che è per diventare quello che uno crede che sia». Nel caso di Inés, la sua stessa identità.
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Tags: Claudia Piñeiro, Feltrinelli, giallo, ironia, thriller, Tua
Per dindirindina…lo voglio leggere al più presto!
L’ho divorato in una giornata e, devo dire, l’ho trovato interessante ed originale.
Notevole il capovolgimento della trama, dalle prime pagine sappiamo chi è l’assassino e non dobbiamo aspettare l’ultima per scoprire chi è.
Ben tratteggiata la figura della moglie Inès, che è l’unica che conosciamo direttamente. Tutto ruota attorno a lei, che narra in prima persona gran parte della storia, donna tanto emotivamente ottusa quanto abile nel pianificare trame e ingarbugliare i fili di un omicidio. Inès non coglie i segnali dello sgretolamento dei legami affettivi della famiglia, a cominciare dalla figlia adolescente Lali per finire con il marito fedifrago. Spesso il sorriso arriva alle labbra per certe considerazioni della stessa Inés e per le sue osservazioni inopportune di fronte a eventi drammatici. Però, nonostante la sottile ironia, non riesco a togliermi dalla mente che la scrittrice in un certo senso ammicchi al lettore, strizzandogli l’occhio come a dire “visto? io e te ci capiamo?”
Dalla sindrome della crocerossina di lei alla sindrome di Peter Pan di lui fino alla totale desintonizzazione emotiva di entrambi nei confronti della figlia. Un libro che fa riflettere sull’essere, il voler essere e l’apparire e che all’ultima pagina ti fa dire “Di già???”
Ma non si scrive tutta la trama accidenti. Potevi scrivere anche quello che succedeva a Lali, tanto ormai è svelato tutto.
Comunque mi è piaciuta proprio la sequenza diretta, veloce, ironica e dissacrante. La storia della madre, dell’ombra che segue la figlia da sempre. E poi scoprire la terza donna, così davanti all’ascensore.
E il finale, il marito Peter Pan, egoista, narcisista, un’amara vendetta.
Hai ragione, in genere avviso se sto per svelare la trama, scusa se stavolta non l’ho fatto.
Trama piuttosto semplice se non ingenua, scritta con accetabile ironia e con un sottofondo di riconosciuti valori:( si accetta e si giustifica Alicia la segretaria prima amante, ma non Charo, nipote della prima e seconda amante sulla quale si scaglia l’orgoglio ferito di moglie ). Inoltre è troppo scontata l’accettazione del maschio naturale traditore e altrettanto concessa la volontà femminile di difendere il proprio “marito”. Per il resto stile limpido e chiaro. In definitiva lettura piacevole e, qualche volta, avvincente.
[…] 2012, traduzione di Pino Cacucci, € 17,00, pp. 301). Ricordando l’incipit fulminante di Tua, il precedente giallo psicologico della scrittirce argentina Claudia Piñeiro, ho trovato un […]
Mi è piaciuto. Inizialmente ero un po’ scettica, ma poi mi ha preso talmente che me lo sono letto in un’ora. Mi ha tanto ricordato i vecchi film gialli in bianco e nero di Hichcok dove lui stesso appare alla fine ricordando la morale della trama.
Hai ragione, Hichcock ne avrebbe fatto un gran film.