日本 freddo freddo, caldo caldo

5 gennaio 2011

L’inverno di Tokyo ha temperature simili a quelle del Nord Italia, rispetto a Milano gode della presenza benefica del mare e del vento, il cielo è limpido, terso l’aria per nulla inquinata. Hai la stessa sensazione di quando sei in montagna e il gas di scarico di una macchina si distingue nell’aria pulita. A Tokyo vivono 12 milioni di persone, pochissime si spostano in auto, molte non ce l’hanno, per possederne una devi avere anche un garage in cui tenerla, è obbligatorio. Non saprei dire come sono le macchine usate dai giapponesi, se ne vedono relativamente poche e si tende a non notarle perché non sono mai parcheggiate sulla strada. A Tokyo, dove fra i grattacieli scorrono strade strette e ti senti sempre in un quartiere a misura ‘uomo, le auto parcheggiate  nelle vie non sono contemplate. I marciapiedi, oltre che pulitissimi, sono manutenuti alla perfezion, spesso ci trovi dipinti gli avvisi che è vietato umare camminando per strada.

In questo dicembre a Tokyo il clima è tra i 5 e i 9 gradi, quando il sole se ne va però la temperatura scende parecchio, complice un vento insidioso, ed è fortissimo il contrasto con negozi, ristoranti, metropolitane e treni, sempre super riscaldati. Freddo freddo, caldo caldo. Il rapporto dei giapponesi con la temperatura è particolare: giacche aperte, rarissime le sciarpe, niente guanti, spesso gambe nude con stivali di pelo e minigonne cortissime con coulotte di lana sotto. Fino a un anno i bambini vengono tenuti con i piedi nudi. E poi li vedi senza il cappotto, a volte con le gambe scoperte, praticamente mai con maglioni di lana o guanti e cappello. Eppure non ho notizia di una particolare mortalità infantile per malattie da freddo.

A Yugawara, a overst di Tokyo, sul mare, Riokan: un albergo termale tipico del Giappone, dove si sta con lo yokata, una specie di kimono, si dorme in stanze tatami e si va all’on-sen che è compreso nell’albergo e ha vasche sia al chiuso sia all’aperto – in cui ovviamente ci si immerge solo dopo essersi accuratamente lavati. Il caldo pieno di vapore della vasca interna spinge a quella esterna, e prima di immergermi nella sua acqua caldissima scopro l’inimmaginabile piacere di stare nuda nel gelo dell’inverno. In Giappone si vive negli sbalzi di temperatura. Anche nelle case il bagno non ha caloriferi (alcuni water però hanno l’asse riscaldato!), in tutte le stanze il calore proviene dall’aria soffiata dai fan coil  che si accendono di volta in volta, col risultato che si passa continuamente da ambienti caldi ad ambienti freddi.

Negli on-sen la zona delle docce è fredda. Sei nudo e geli, ma dura un attimo necessario a farti desiderare il getto bollente della doccia. Assaporare il caldo e il freddo nelle loro espressioni estreme dà molto più benessere di un tepore costante. Stare bene è il risultato dell’abbandonarsi a uno stato e al suo contrario. Grazie al bagno giapponese ho smesso di avere paura del freddo.

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