nel desiderio di amarti

23 dicembre 2010
Scritto da: Alessandra D’Ottone

«La prima impressione che hai di qualcuno o di qualcosa è quella che più ti resta dentro, immortalata nella tua testa come una minuscola foto; quando l’ho vista per la prima volta era così piccola, faceva tenerezza per il suo sguardo impaurito e disorientato ma aveva il viso rosa e soprattutto era molto bella… Ecco io fin da piccola avevo deciso di vivere la mia vita con intelligenza e razionalità non facendomi portare via da uragani vari che potevano mettere a rischio il mio naturale equilibrio. Sì lo avevo deciso, ma la vita mi ha insegnato che non sempre le cose vanno come le si immagina… Io credo che si possa parlare di amore solo rispetto all’amore che si nutre per un altro essere umano da cui discendi, a cui ti unisci in un legame che va oltre la fisicità e che nasce da te, quindi per quanto mi riguarda i genitori, un uomo, un figlio. Ecco. Io sono vissuta grazie a loro. La piccola non rientra dunque nella sfera di persone che ho elencato, non le discendi, non è un uomo cui mi sono legata e, soprattutto, non è mia figlia; è per questo che tante volte mi sono chiesta se l’ho amata davvero e se sono vissuta anche per lei». A proporci questo messaggio d’amore è la giovane scrittrice Simona Messina. Il messaggio in questione è  racchiuso in maniera avvolgente nelle pagine di Nel desiderio di amarti…, opera prima dell’autrice, edito da Arte Tipografica Editrice (2010, € 12,00).
Questa è la storia di una giovane donna newyorkese, Joan, che, per uno strano scherzo del destino, si ritrova madre di una figlia non sua. Joan sceglie di adottare e di accogliere nella sua famiglia questa bimba, intuendo sin da subito la differente forza di sentimento che la lega ai suoi figli naturali. E proprio “nel desiderio di amarla” sprofonda nelle pieghe della sua stessa coscienza inseguendo la verità e, solo quando la piccola cresce e si allontana da lei, considerandola la causa del suo dolore, Joan riesce a definire la natura del suo amore. Un amore totalizzante che porta l’ormai matura protagonista a fare una scelta di vero coraggio e dalle conseguenze non semplici: la madre chiede alla figlia di adottare lei e il suo utero…
Una storia da leggere adagio, complice la fluida scorrevolezza del narrato,per assaporare la forza di una donna d’interrogare il proprio Io nel desiderio di comprendere fino a che punto sia capace di amare e di sconfessare una parte di sé pur di capire se di amore si tratta. Un percorso di crescita fatto di verità fino al punto di  perdere la stima di sé, e solo per amore.
Cosa c’è, dunque, di più umano che  interrogarsi sulla natura dei propri sentimenti, per la paura di non saper donare amore?
La scelta di Joan, pur forte e un po’ lontana dalle nostre abitudini, può scuotere certi cuori pigri avvicinandoli alla semplice bellezza dell’amore, perché questo non ha confini, basta lasciar dominare la parte vera di noi. E’ inutile nascondersi “sotto la coperta dei limiti umani”, quelli non aiutano a crescere.

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