dietro le quinte di una psicoterapia
(Noam Shpancer La paziente delle quattro)

30 ottobre 2010
Tempo di lettura: 1 minuto

Noam Shpancer, La paziente delle quattro (Ponte alla Grazie, 2010, € 16,80). La ragione per cui ho deciso di parlare di questo libro è che ti porta dietro le quinte di una psicoterapia. L’autore è uno psicologo di origini israeliane e questo è il suo primo romanzo, anche se in quanto romanzo risente un po’ dell’essere scritto da un non romanziere: in particolare le parti in cui il protagonista (uno psicoterapeuta, naturalmente) tiene lezione ai suoi studenti, sono troppo vere per essere fiction; e l’intreccio fra i personaggi non è perfetto. Eppure questo libro ha un fascino per cui è difficile lasciarlo prima che sia finito. Nella vita del protagonista ci sono tre cose: le lezioni all’università; Nina Michaels, una collega sposata a un uomo malato, che lui ama tanto da concederle il suo seme da cui nasce una bimba; e la paziente delle quattro, conturbante ballerina di strip-tease. Sono questi elementi che si alternano nella sequenza dei capitoli, all’inizio con passo preciso – lucide e argute le lezioni, fulminanti i dialoghi con Nina, professionali gli incontri coi pazienti – finché quella delle quattro non trascina lo psicologo sul terreno sdrucciolevole del desiderio. Il romanzo ci permette di spiare le sedute dalla parte del terapeuta che, come ogni terapeuta, in quello studio non può spogliarsi della sua storia, delle sue fragilità, dei nodi irrisolti. Ed è inevitabile che curando gli altri curi un po’  se stesso, o che nei mali degli altri senta risvegliarsi i propri. Alla fine percepisci tutta l’imperfezione di una terapia che ha per medicina l’uomo e la relazione; e proprio per questo ne senti tutta l’efficacia.

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